Le correnti oceaniche che generalmente si spostano da zone calde a zone più fredde sono le principali regolatrici del clima del nostro pianeta. Sulla loro strada, trasferiscono calore dall’equatore alle regioni polari, il che ha dato all’uomo e a molte specie animali e di piante l’opportunità di occupare regioni del mondo che altrimenti sarebbero state inabitabili. Esiste però un fenomeno che interessa le correnti molto difficile da studiare su larga scala: sono vortici a mesoscala, turbini di grandezza variabile tra i 50 e i 500 chilometri, fondamentali nel determinare la direzione delle più importanti, come la più famosa delle correnti oceaniche, la Corrente del Golfo.
In un articolo su Science Advances, i ricercatori dell’Università di Rochester e del Los National Laboratory hanno documentato per la prima volta come il vento abbia un effetto molto complesso su vortici di meno di 260 chilometri, dando origine a un fenomeno chiamato vortice killer. Lo studio fornisce la prima misura diretta dell’impatto globale dei vortici killer sulle grandi correnti oceaniche che, sotto i vortici, perdono circa 50 gigawatt di energia cinetica ogni 20 minuti. I ricercatori hanno applicato una metodologia analitica ai dati che ha permesso loro di separare le strutture complesse di diverse scale di correnti oceaniche e vortici annidati l’uno nell’altro. Questo metodo ha fornito un’analisi molto più spaziale di quanto sia stato possibile finora.
Le ricadute dello studio sono importanti per interpretare i flussi di calore, le concentrazioni saline e la risalita di nutrienti dalle profondità degli oceani e permetteranno di comprendere meglio l’evoluzione degli oceani del nostro Pianeta.
a cura di Luisa Ramaglia