Nella capitale francese è di scena la collezione Morozov. La mostra (rinviata tre volte a causa della pandemia) ora è sotto i riflettori della Fondazione Vuitton a Parigi.
Oltre 200 capolavori dell’arte moderna francese e russa dei fratelli di Mosca Mikhail e Abramovich Morozov. La mostra riunisce importanti capolavori di Cézanne, Picasso, Gauguin, Matisse, Van Gogh, Monet e Renoir accanto ad artisti emblematici dell’avanguardia russa, come Vroubel, Malevich, Repin, Larionov e Sérov. L’allestimento è quasi giocoso e accompagna i visitatori tra i quadri di alcuni dei maestri europei dell’Ottocento.
Concepita da Anne Baldassari (curatrice generale) la mostra è la seconda parte del grande evento Icons of Modern Art, organizzato in collaborazione con il Museo Statale Ermitage (tra cui i dipinti che compongono Salon de musique che per la prima volta è in mostra al di fuori del museo di San Pietroburgo) il Museo Statale di Belle Arti Pushkin e la Galleria Statale Tretyakov.
La passione per l’arte nella famiglia russa comincia dopo che il nonno Savva Vasilijevic avvia un laboratorio tessile a Tver. Mikahil segue il consiglio dell’amico Sergej Vinogradov di investire nel mercato dell’arte e acquista così dei quadri di Van Gogh e Monet. Fa parte della sua raccolta il Ritratto di Jeanne Samary di Renoir (immagine di copertina). L’uomo muore a 33 anni e il fratello Ivan continua a collezionare opere d’arte, preferendo Sisley, Monet e anche Cézanne. Compra il Trittico marocchino di Matisse e in pochi anni riunisce 300 dipinti che sceglie con competenza tra i lavori con un valore in incremento. Però con la Rivoluzione russa Morozov non si interessa più ai talenti e ai loro dipinti.
Negli ambienti della Fondazione Louis Vuitton, Baldassari ha ricostruito un apparato decorativo sul tema dell’Histoire de Psyché. Si tratta di sette pannelli che il collezionista Ivan Morozov ha commissionato al pittore Maurice Denis nel 1907. Si aggiungono anche 4 sculture di Aristide Maillol. La mostra sarà visitabile fino al 22 febbraio 2022.
a cura di Luisa Ramaglia