Mance prese di mira dal fisco, in arrivo la tassa, a stabilirlo è la Cassazione

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È in arrivo la tassa sulle mance e a stabilirlo è una sentenza della Corte di Cassazione, perché ritenute parte del reddito ottenuto con il lavoro, quindi, vanno dichiarate al fisco.

Una notizia accolta dagli italiani tra stupore e incredulità perché il caso è partito con il ricorso del Fisco, contro un concierge responsabile di un hotel di lusso in Costa Smeralda che ha ricevuto in un anno 80mila euro di mance, per poi versali in banca senza aver dichiarato i redditi da lavoro dipendente.

I giudici, richiamando l’articolo 51 del Testo Unico, che è stato rimesso in discussione hanno stabilito che anche le donazioni dei clienti vanno sottoposte a tassazione, perché sono somme ricevute in termini di rapporto di lavoro e per tali ragioni possono essere tassate.

L’Agenzia delle entrate, con la sentenza n. 26512 depositata il giorno 30 settembre 2021, ha specificato che il concetto del reddito di lavoro dipendete riguarda tutto ciò che il dipendente riceve, non solo dal datore di lavoro ma anche dai clienti.

Per i piccoli importi però il discorso cambia, in quanto non dovrebbero essere tassate le mance di “modico valore” ma ancora non è chiaro il limite entro cui possono essere definite tali; altro punto di domanda va su come verranno effettuati i controlli, per scovare i non dichiaranti.

Una possibile soluzione, possono essere i controlli sul campo per mano della Guardia di Finanza, che già verifica l’emissione dello scontrino, ma si tratterebbe comunque di un’operazione poco efficace per tenere traccia a un numero molto ampio di transazioni.

Da precisare che finora le mance, di qualsiasi valore, erano escluse dalla Cassazione ed erano considerate un modo per arrotondare lo stipendio e ricompensare un lavoro ben fatto.

Di Claudia Esposito

 

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