Sant’Anastasia (Na). – Suona come l’annuncio di una battaglia vinta l’approvazione del Piano Paesaggistico in Commissione Urbanistica della Regione Campania. “L’ultima parola spetta ora al Consiglio Regionale, ma – afferma il sindaco Carmine Esposito – non vi dovrebbero essere problemi, perché se il disegno di legge ha passato gli esami delle Commissioni vuol dire che la maggioranza lo condivide. Per me, che sulla “zona rossa” ho fatto una battaglia dura ed estenuante, è un grande risultato politico ed amministrativo. Le nostre ragioni, fondate su basi tecniche approfondite sotto tutti gli aspetti, compreso quello scientifico, i nostri appelli sulla “morte” del territorio, l’allarme lanciato sulla mancata approvazione del PSO e il pericolo di veder vanificati i condoni edilizi, la “testardaggine” nel denunciare colpevoli immobilismi e pretendere l’eliminazione di vincoli che hanno soffocato, ingessato, penalizzato e chiuso in una morsa Sant’Anastasia e gli altri comuni della zona rossa, finalmente hanno trovato ascolto nella Giunta Caldoro. Dopo anni di mancata approvazione del Piano Strategico Operativo, di proposte inadeguate, del fallimento della legge regionale sugli incentivi per lasciare la zona rossa, messi in campo dall’ex assessore regionale Marco Di Lello, che farebbe bene a tacere perché ha contribuito a far “dormire” i 18 comuni della zona rossa, si intravede uno spiraglio. Il recepimento di buona parte delle nostre istanze all’interno del Piano Paesaggistico Regionale, fa chiarezza in una materia, quella degli effetti devastanti della legge 21/2003, che per anni non è stato possibile affrontare. Abbiamo dimostrato che la nostra battaglia non è a favore della speculazione edilizia, ma a favore della crescita del territorio, che ha bisogno del PUC, di poter pianificare lo sviluppo, mettere in sicurezza il paese mediante sviluppo delle via di fuga; abitazioni fatiscenti mediante ristrutturazione e/o abbattimento e ricostruzione. Concordo con l’ass. regionale Taglialatela, che ha recentemente affermato che la legge “semplicistica” 21/2003 proibiva anche gli adeguamenti e le ristrutturazioni, cosa assurda in una zona a rischio sismico”.
La lotta del sindaco Esposito, accompagnato in essa dall’ass. Giancarlo Graziani, ha sempre avuto due obiettivi: ottenere tutti i benefici previsti dalla legge regionale 21 a favore del riassetto del territorio, a favore delle attività produttive, a favore del turismo, a favore della vivibilità e della crescita del paese. L’altro fronte è stato quello di insistere perché fosse cambiata la legge 21, che individua la zona rossa nei confini geografici e non nei confini scientifici rapportati al rischio Vesuvio. In un territorio a rischio e vincolato, perché non permettere l’abbattimento di case che certamente crollerebbero e farle ricostruire in modo antisismico per mettere in sicurezza i cittadini che vogliono vivere intorno al Somma/Vesuvio? Le popolazioni vesuviane, grazie anche al sindaco Esposito, con l’approvazione del Piano Paesaggistico, potranno aver maggiore speranza che si apra un ciclo nuovo di sviluppo e vivibilità.