Napoli. – Sono oltre 2mila – 2339 secondo la stima dell’Osservatorio Filcams e NidIL nazionale – sono soprattutto donne, di eta’ compresa tra i 20 e i 50 anni. E’ il profilo tipo dell’associato in partecipazione campano. Una tipologia contrattuale che prevede la partecipazione dei dipendenti, “camuffati” da soci, alle immancabili perdite dell’attività’ – società’ di servizi e più’ spesso esercizi commerciali -presso cui lavorano. “Di fatto il socio dovrebbe avere una quota sugli utili – commenta Andrea Pastore – che inspiegabilmente non ci sono mai, nascosti tra i costi di gestione e spese varie”.
L’utilizzo fraudolento dell’associato in partecipazione e’ stato oggetto di una campagna tutt’ora in corso realizzata da NidIL, FILCAMS e Camera del Lavoro di Napoli.
“Dissociati – racconta Pastore - e’ nata come strumento di denuncia contro l’abuso del contratto di associazione in partecipazione nel commercio e nei servizi”. “Vi fanno ricorso in maniera fraudolenta – aggiunge Luana Di Tuoro della segreteria FILCAMS Napoli - anche attività’ in franchising con grandi marchi. Filcams e NidIL stanno promuovendo incontri con i responsabili territoriali del franchising di marchi noti per segnalare e far fronte agli abusi“.
Al centro dell’attenzione di NidIL e FILCAMS la questione della certificazione introdotta dalla legge 30 e il cui ricorso fraudolento potrebbe aumentare con l’entrata in vigore, a partire da mercoledì’ 18 luglio, della riforma del mercato del lavoro. “Molte aziende stanno cercando di salvaguardarsi, certificando i contratti prima dell’entrata in vigore della legge. Lo fanno per non stabilizzare. Con l’entrata in vigore della legge, infatti, ciascuna attività’ non potrà’ avere più’ di tre associati. Vogliamo dire ai lavoratori inquadrati con questa tipologia contrattuale di non firmare – concludono i due sindacalisti - e di presentarsi alle nostre sedi per denunciare gli abusi“.