Roma. – Sono circa 350 i volontari della Salamandra che sono stati impegnati per l’emergenza terremoto in Emilia Romagna tra il 21 maggio e il 27 giugno.
Il gruppo di protezione civile ha gestito tre campi, Mirandola, nel modenese, e Pilastri e Scortichino di Bondeno nel ferrarese, per un totale di circa 400 persone assistite, ma ha anche aiutato gli sfollati in oltre 45 insediamenti spontanei, prestando soccorso ai tanti emiliani senza assistenza nelle decine di casolari rimasti isolati tra Modena e Ferrara.
Nei campi e tra gli sfollati che hanno trovato ricovero nelle auto private e nelle tende collocate al di fuori dei centri d’accoglienza i volontari della
Salamandra hanno inoltre portato a termine una campagna di controlli a tappeto per la prevenzione dell’ipertensione arteriosa. Un lavoro prezioso e a ‘spese zero’ che, nella realtà di Pilastri, ha fatto segnare il minimo storico delle spese vive: circa 10mila euro in oltre 40 giorni di accoglienza grazie alla gestione efficiente delle risorse e agli aiuti umanitari provenienti da donazioni spontanee, comprese quelle arrivate dai 72 punti di raccolta allestiti da Cpi in tutta Italia.
I volontari, provenienti da tutto il Paese, organizzati su turni di 48 ore effettive, e coordinati da tre responsabili di Bolzano, Roma, Bari, sono stati impegnati in particolare dal 21 al 29 maggio nell’assistenza ai circa 185 anziani malati della Casa protetta Asp di Mirandola, nel modenese; dal 25 maggio al 14 giugno nell’assistenza ai 140 ospiti del campo di Pilastri di Bondeno, in provincia di Ferrara, e dal 29 al 27 giugno a Scortichino di Bondeno, situazione particolarmente complicata con 85 sfollati, di cui 25 minori, e il 65% di extracomunitari.
‘’Il campo ci è stato affidato dal Comune perché non riuscivano a gestire le varie etnie – spiega la Salamandra in una nota – In tutta la regione ci sono stati enormi problemi e in alcuni casi sono dovute intervenire le forze dell’ordine. Da noi a Scortichino invece c’è stata una gestione perfetta. Il campo è stato portato ad esempio da tutti. Ma il lavoro forse più importante è stato quello nei 45 campi spontanei e nelle decine di casolari rimasti isolati. E’ lì che abbiamo visto con ancora maggiore evidenza quanto la gente avesse bisogno di noi, come mostra il video che abbiamo realizzato per raccontare la tragedia dell’Emilia (http://www.youtube.com/watch?v=H3lkNOFaFAk)’’.