Torre del Greco. - Domenica 27 febbraio 2011 alle ore 18,00 a Torre del Greco, presso la sala “Don Luigi Acampora” della chiesa di S. Maria di Portosalvo, in Largo Portosalvo n. 4, si terrà un incontro di preghiera e di riflessione dal titolo Per non dimenticare … Giovanni Palatucci. Il Questore Santo, per ricordare l’ultimo Questore di Fiume italiana, morto nel campo di sterminio di Dachau e, con lui, le tante vittime di quell’atrocità. L’evento è organizzato dalle Associazioni culturali “Prometeo” di Torre del Greco e “Amici dell’Arte” Onlus – Sez. Campania.
L’appuntamento culturale, condotto da Mada Arrivo, si articolerà in un momento di preghiera con donFrancesco Rivieccio, parroco della chiesa di S. Maria di Portosalvo cui seguiranno i saluti di Ciro Borriello, sindaco del comune di Torre del Greco e gli interventi di Pietro De Rosa, presidente dell’Associazione Nazionale “Amici dell’Arte” Onlus – Sez. Campania; di Antonio Borriello, regista e attore teatrale; di Angela Furcas, membro dell’Associazione Ebraico – Cristiana di Napoli. Il commento sarà affidato a Francesco Manca, presidente dell’associazione culturale Prometeo. Seguirà il concerto di musica sacra con l’ Ensemble vocale “ Salerno Classica ” diretta dal maestro-concertatore Luciano D’Elia, con la partecipazione del soprano Anna Pietrafesa e dell’organista Stefania Cucciniello.
L’occasione dell’incontro è la ricorrenza della morte dell’eroico Funzionario di Polizia, di origine irpina, che, in servizio presso la Questura di Fiume (Dirigente dell’Ufficio Stranieri, prima, Questore Reggente, poi), dal 1939 al 1944, aiutò concretamente a sottrarsi alla cattura e a fuggire verso paesi liberi, tanti perseguitati politici e migliaia di ebrei, vittime delle leggi razziali – antisemitiche del luglio – novembre del 1938, diversamente destinati ai campi di sterminio. A causa di questa suo impegno, una vera e propria “missione superiore”, il Questore Palatucci non esitò a donare la sua vita per il bene di tutti.
Scoperto dai tedeschi e arrestato dalla Gestapo, con l’accusa di cospirazione ed intelligenza con il nemico, fu condannato a morte poi, con la commutazione della pena, fu deportato in Germania, nel Lager di sterminio di Dachau (matricola 117.826), dove morì per gli stenti e le sevizie subite, aiutando sino all’ultimo i suoi compagni di sventura. Era il 10 febbraio del 1945… poche settimane prima della liberazione.
Nel 1996 Monsignore Alberto Alberti, responsabile dei cappellani della Polizia di Stato ha proposto, al segretariato della congregazione per le cause dei Santi, il “caso Palatucci”, determinando l’apertura della Causa di Beatificazione. E, così, nel 2004, per l’eroico sacrificio, l’incrollabile fede e le non comuni qualità cristiane, questo novello martire, a termine del processo diocesano, è stato insignito del titolo di “Venerabile”. Chiusa questa fase, il processo per la beatificazione è ora ritornato alla congregazione per le cause dei Santi.