Elena, Marzia e Beatrice. Tre ciocche di capelli che profumano di mandorla fresca. Che si legano e si intrecciano in mille discorsi scandendo il ritmo delle scelte e dei mille passi che muovono tra le pagine di questo nuovo e avvincente libro. Sono gesti e parole che mettono in risalto i riflessi di una luce ora tenue, ora forte. Il loro spazio è quello del mondo, lontano e vicino ad un tempo. Un bar , mille caffè da preparare alle ore di punta,mille camici bianchi da servire. Bianchi come i loro fantasmi liberati ogni notte dai loro armadi. Mille lacrime chiuse in un solo sospiro. Di loro si ricordano le parole pensate e sussurrate allo specchio in uno sguardo per rapire e tenere fermi in mano i loro passi. Quelli di una frenetica danza sudamericana. Affezionarsi a loro non diventa difficile. e già dopo le prime pagine sono lì davanti agli occhi in un’immagine fiss, a mossa solo dal delicato e feroce ritmo del discorso. E’ l’amicizia che lega e sfuma colori che diventano sempre più vivi. Si sente il vero. I gesti si vedono e, se si sta in silenzio, sembra di ascoltarne la voce, le risate e a volte le urla. Un romanzo vicino dove ci si scopre complici e non solo lettori. Tre bellissime murrine. Storie di intrecci e intrecci di vite. Che fanno volare con i piedi a terra. In un bar dove ci si vive davanti e dietro un caffè.
Al suo esordio Serena Venditto,ci mette davanti un mondo, che sa di donne e di uomini; di sensazioni e di emozioni. Con la sua scrittura apparentemente “innocua” graffia e fa girare la testa. Innocua , ma responsabile di “inflessioni” e riflessioni. Molti i sorrisi. Molti quelli malinconici. A pezzi regala scorci di vita delle sue protagoniste,distribuendo colpi di scena che sembrano entrare in sordina. Poi salgono i brividi. A quel punto ci si rende conto di esserci dentro. Di non voler uscire dalle pagine e da quel bar tutto blu.
a cura di Miriam De Vita