Roma. “L’attacco di certi organi di informazione e dei grandi partiti contro i movimenti che si presentano alle elezioni fuori dagli schemi e oltre le vecchie logiche sta oltrepassando la soglia d’attenzione: è il vecchio mondo che reagisce contro le forze più giovani e più radicali che hanno veramente a cuore il cambiamento in questa nazione”. Così, in una nota, CasaPound Italia ha commentato il clima che si è andato creando attorno alla presentazione delle liste per le elezioni regionali del Lazio e per le politiche alle quali per la prima volta il movimento presieduto da Gianluca Iannone ha presentato il proprio simbolo.
“In pochi giorni – continua la nota – abbiamo visto giornali romani di proprietà di certi gruppi di potere a noi sempre ostili presentare la nostra candidatura corredata da un simbolo errato e da un nome tronco. Qualcun altro ha invece presentato i candidati di CasaPound Italia parlando di ‘inquisiti’ e di ‘raccomandati’, confondendo forse ilnostro movimento con i partiti ai quali certi giornalisti rispondono. La verità è che le nostre liste si distinguono per l’alta presenza di giovani, di donne, di persone che hanno speso gran parte della loro vita nella solidarietà e nella militanza. E se a qualcuno di loro è capitato di incappare nelle attenzioni della magistratura è unicamente in virtù di queste attività al fianco delle fasce più deboli, non certo per comportamenti simili a quelli che hanno visto finire sui giornali i vari Fiorito, Lusi, Penati o Maruccio”.
CasaPound Italia risponde inoltre a Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza e Difesa del Partito Democratico, che ha attaccato proditoriamente Alberto Palladino, contestandone la candidatura alla presidenza del IV municipio di Roma e alla Camera dei deputati:
“Quando Fiano parla di vergogna dovrebbe guardare innanzitutto alle candidature imbarazzanti in casa sua – è la replica di Cpi – e lasciare agli elettori il compito di decidere chi è degno di sedere in Parlamento e chi no. Palladino è un militante politico che da anni fa politica e solidarietà sul territorio e proprio questo suo attivismo lo ha portato a subire gli attacchi sempre più violenti dei suoi avversari politici, con tanto di scritte minatorie e bombe carta sotto casa dei genitori. La sentenza che lo ha condannato in primo grado per
una presunta aggressione si regge su presupposti giuridici fragilissimi e matura in un contesto di crescente politicizzazione del processo che ha portato anche molti osservatori esterni a esprimere forti perplessità sulla condanna. E comunque dei legalitari come quelli del Pd dovrebbero sapere che in Italia chiunque è innocente fino a sentenza definitiva, militanti di CasaPound inclusi”.
Redazione Politica