Scafati (Sa). – Straordinario successo di pubblico per l’esilarante commedia teatrale Nu Bambiniello e tre San Giuseppe” di G. De Maio e N. Masiello”, andata in scena domenica 27 gennaio al Cineteatro S. Pietro di Scafati e presentata da La Compagnia stabile due Ragazzi “Felippo Sgruttendio de Scafato Onlus” con il Gruppo Scugnizzi. Uno spettacolo, in due atti, basato sulla comicità dell’equivoco, esaltato dalle ottime performances degli attori che hanno dato vita ad una serie di variopinte gag, imprevisti, giochi linguistici arricchiti gradevolmente dal dialetto partenopeo che ha catturato il pubblico in sala trascinandolo in briose risate. Circa cinquecento, infatti, le persone che hanno abbracciato con scroscianti applausi la compagnia teatrale, tributandone un più che meritato successo.
L’opera, per la regia di Enrico Donnarumma, documenta il passaggio da una cultura contadina, ignorata dai giovani, ad un’organizzazione di vita più attuale che entra in contatto con il cinema e la grande città. Protagonista è una famiglia in cui le donne sono vittime di uomini sciocchi e violenti, alle prese con il dramma della ragazza incinta che mette in risalto la difficile situazione di tante ragazze-madri. La vicenda si svolge agli inizi degli anni ’60 in un piccolo paesino di Napoli, dove Carmelina, spinta dalla madre Eleonora, per sfuggire ad una realtà claustrofobica e provinciale, si reca a Cinecittà e contrariamente ai sogni che aveva riposto nel mondo scintillante del cinema, si ritrova protagonista di un volgare film hard. La ragazza verrà così bollata dai compaesani come svergognata e quando scoprirà di essere incinta, il padre del nascituro sarà incerto per tutti: si tratterà del vero amore della ragazza, Giovanni, costretto ad emigrare in Germania per guadagnarsi da vivere, o dei tre giovani del villaggio che si assumeranno la colpa? Un ribaltamento di situazioni picaresche mantenute vive sia dai meccanismi narrativi e scenici che, dalla sempre verde comicità napoletana. Gli attori Gianfranco Esposito, Carolina Marra, Alessia Ferrara, Ilaria Mascolo, Antonella Carotenuto, Sara Mascolo, Antonella Carotenuto, Daniele Fedele, Francesco Costiero, Alfonso Iovane, Alessandro Moccia, Alessandro Guicciardini, Simone Capoluongo, Pasquale Parisi, Francesco Forino, Francesca Coppola con grande verve comica, si sono calati nella parte senza tradire alcuna emozione, con la grinta tipica di attori consumati. L’opera è stata offerta attraverso una chiave di lettura molto spassosa e con un’ottima ambientazione di scenografie, semplici ed efficaci, così come i costumi e i trucchi. La “Compagnia Stabile dei Ragazzi Filippo Sgruttendio de Scafato”, fondata nel 1985, prende il nome dall’antico autore di Teatro, appunto Sgruttendio, conosciuto dal responsabile del gruppo Salvatore Rosano, a seguito dell’incontro con Luigi Cuomo poeta di Scafati.
Interessanti i progetti della compagnia da sempre impegnata a coinvolgere i giovani in esperienze teatrali e musicali divertenti, ma con finalità educative. Nel cast anche il giovane regista e sceneggiatore angrese Gianfranco Esposito balzato agli onori della cronaca cinematografica per aver partecipato come assistente alla regia della trionfale pellicola “Benvenuti al Sud”, diretta da Luca Miniero. Importante anche il suo intervento nella produzione di “Into Paradiso”, film diretto da Paola Randi e di “Nauta”, per la regia di Guido Pappadà con Luca Ward. Gianfranco ora anche in veste di attore, si occupa inoltre di cortometraggi, sceneggiature e realizzazioni di spot pubblicitari, esprimendo in modo concreto il suo innato talento artistico.
“Nel percorso che ho deciso di seguire,-ha dichiarato Gianfranco Esposito - questa esperienza era per me tanto fondamentale quanto assente. Quindi, dopo essermi cimentato con la scrittura e la regia di piccole cose, sono voluto andare dall’altro lato, per cercare di capire cosa succede nella mente di un attore e cosa il regista deve fare per ottenere il meglio. Nei quattro mesi in cui ho affiancato la compagnia ho imparato molto più di quanto mi aspettassi. Ma al di là dell’aspetto “professionale”, tutto ciò che comporta preparare lo spettacolo ed essere sul quel palco è un’esperienza umana che, oltre a renderti più vivo, lascia sicuramente il segno dentro di te. E di questo ringrazio tutta la compagnia che, pur non conoscendomi, ha accettato il mio ingresso nella commedia a suo rischio e pericolo, offrendomi l’occasione di sperimentare e di divertirmi.
E poi imparare a recitare e a stare dall’altro lato del sipario o della macchina da presa può sempre tornare utile. Metti che divento famoso e mi chiama Marzullo in tv… ”.
a cura di Brigitte Esposito