Napoli. – Dai più moderni sistemi di rilievo da aereo o da terra per la conoscenza dell’immenso patrimonio di Pompei ai più moderni sistemi di gestione della sicurezza dei siti. Ed ancora dai nuovi materiali compatibili e reversibili per la messa in sicurezza statica dei manufatti archeologici ai sistemi informatici per la catalogazione e protezione del patrimonio librario. Ci sono poi i sensori parlanti che avvisano sullo stato di salute di un manufatto.
Sono alcuni esempi di applicazioni concrete dei progetti che realizzano i Distretti ad Alta Tecnologia come Databenc, il Distretto per i Beni Culturali, presentato oggi nell’ambito del convegno “Smart Innovation e Patrimonio culturale” che si è svolto alla Camera di Commercio di Napoli.
Al Tavolo è nata la proposta di far nascere un’Accademia del Restauro per formare figure professionali altamente specializzate nel settore dei Beni Culturali. Si tratterebbe della prima scuola di Alta Formazione specializzata per i Beni Culturali al Sud e la terza d’Italia. A parlare di questa proposta sono stati il Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro e l’Assessore alla Ricerca Scientifica, Guido Trombetti .
Una scuola di Alta Formazione di restauro, filologia, paleografia che dovrà fungere da strumento di alternanza per i neo laureati in materia di beni culturali oltre che rappresentare un punto di riferimento importante per l’ulteriore qualificazione degli addetti ai lavori. L’idea si svilupperà con la collaborazione del Ministero della Ricerca, Miur, del Ministero per i Beni Culturali, Mibac, insieme con la Regione Campania e Databenc.
Databenc è uno dei sei Distretti recentemente costituiti in Campania, con un finanziamento complessivo del MIUR di circa 200 milioni di euro, nell’ambito del PON Ricerca e Competitività.
Nato da un’idea progettuale promossa dalle Università degli Studi di Napoli “Federico II” e di Salerno, oggi aggrega più di 60 soggetti, tra cui Pmi, Grandi Imprese, Centri di Ricerca e Università.
Una rete di relazioni, dunque, capace di incrociare competenze relative alla conoscenza integrata, al monitoraggio diagnostico e alla fruizione sostenibile del patrimonio culturale, in una chiave di lettura di “Smart Innovation” grazie al ruolo fondamentale dell’ICT.
Databenc nasce dalla sinergia di Centri di Ricerca, Università, Pmi e Grandi Imprese ed è finalizzato alla programmazione di strategie per la conservazione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali. Inoltre sviluppa un’azione di programmazione strategica sui beni culturali, sul patrimonio ambientale e sul turismo, rendendo i siti archeologici e artistici volano di un rilancio economico e culturale.
Il Distretto intende operare muovendosi su tre linee portanti:
1. Conoscenza integrata: la prima forma di tutela di un bene è nella conoscenza ad esso relativa. Databenc intende realizzare un esauriente sistema di salvaguardia cognitiva del patrimonio culturale attraverso, ad esempio, indagini censuarie, mappature di preesistenze, cartografie del rischio, basi dati digitali, itinerari di formazione/divulgazione.
2. Monitoraggio diagnostico: l’azione di Databenc in tale ambito non si limiterà alla verifica dell’integrità materiale del bene stesso ma si estenderà anche all’area in cui il bene è inserito o alle dinamiche turistiche che lo coinvolgono e che comunque provocano stress e consunzione del bene. A tale fine, Databenc prevede la realizzazione di un sistema integrato di salvaguardia conservativa che comprenda, ad esempio, analisi precoci di vulnerabilità, test sperimentali (materiali, ricostruttivi, prototipali, ecc.), valutazioni socio-economiche ed attitudinali, rilevazione densità di carico e (ri)funzionalizzazione siti/beni.
3. Fruizione sostenibile: un aspetto fondamentale del bene culturale è quello del suo utilizzo. Per raggiungere un utilizzo del patrimonio culturale che sia sostenibile, si rende necessaria, ad esempio, la realizzazione di soluzioni per l’interazione utente/visitatore (on-site, on-line, da remoto) attraverso percorsi di realtà fisica (scenografia 3D, media immersività, fruizione singola/multipla), di realtà aumentata su piattaforma mobile (modalità ravvicinata, alta immersività, fruizione singola/multipla), applicazioni di ricostruzione virtuale (modalità da remoto, limitata immersività, fruizione singola/multipla), itinerari di apprendimento
Il convegno “Smart Innovation e Patrimonio culturale” è stato patrocinato dalla Regione Campania e sponsorizzato dalla Confapi Industria Campania, da Studio Impresa e dalla Banca Popolare del Mediterraneo.
«Con il Distretto Databenc mettiamo insieme una strategia innovativa e le risorse economiche per arrestare il declino e valorizzare i beni culturali che sono un importante volano di sviluppo per il territorio regionale», ha dichiarato l’Assessore alla Ricerca Scientifica Guido Trombetti.
«La vera sfida alla quale sono chiamate tutte le Istituzioni coinvolte nel Databenc – ha proseguito l’Assessore – è fare dei beni culturali un settore economico capace di produrre posti di lavoro e accrescere la qualità della vita. Il settore dei beni culturali può infatti produrre ricchezza al pari di un bacino petrolifero. E se c’è un settore dove nessuno può competere con noi, quel settore si chiama “beni culturali”. Sia le risorse che l’indirizzo strategico, per fare di questa sfida una importante realtà, ci vengono dall’Europa che ci chiede di innescare processi di sviluppo regionali senza disperdere risorse ed invita a puntare su una specializzazione intelligente in pochi settori che hanno capacità di sostenere la competizione internazionale sempre più agguerrita».
L’Assessore ha spiegato: «Grazie all’azione avviata qualche anno fa dalla Regione e dal MIUR, è oggi al nastro di partenza la creazione di un distretto tecnologico nel campo dei beni culturali che ha l’obiettivo di mobilitare e aggregare forze imprenditoriali e di ricerca per fare dei nostri beni culturali una risorsa strategica per lo sviluppo del territorio.
Per la prima volta, inoltre, anche grazie alla collaborazione tra Databenc e Stress, il Distretto per le costruzioni sostenibili, si determinano le condizioni per un importante coordinamento delle azioni. Condizione essenziale per evitare interventi occasionali e privi di prospettive».
«Databenc – ha dichiarato Massimo De Santo, Consigliere di amministrazione del Distretto - svilupperà nei prossimi tre anni un progetto integrato di “Smart Innovation per il Patrimonio Culturale” in linea con i criteri ispiratori di Horizon 2020, l’orizzonte europeo definito per il prossimo decennio, che ha come obiettivi primari uno sviluppo fondato su azioni efficaci, attentamente pianificate e pienamente sostenibili. E’ una occasione unica per puntare sul capitale umano, di conoscenze ed industriale della nostra Regione e collegarlo attivamente con una rete nazionale ed internazionale di valorizzazione del patrimonio culturale. Una sfida importante, difficile ed entusiasmante che accogliamo con eccitazione e consapevolezza».