Roma. - Muore dopo 14 ore al pronto soccorso di Tor Vergata. Il marito della donna chiede giustizia denunciando il personale medico ai carabinieri: “E’ stata abbandonata su una barella”.
Una donna di 53 anni muore dopo 14 ore di sofferenze trascorse al pronto soccorso di Tor Vergata.
Il marito chiede giustizia e denuncia medici e infermieri. Ripercorre la vicenda affermando quanto segue: “Non si può morire di calcoli alla cistifellea. Me l’hanno ammazzata. Voglio giustizia. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare perché cose del genere non devono più accadere. L’hanno abbandonata su una barella per ore facendole dei blandi antidolorifici e alla fine le è scoppiato il cuore. E’ morta davanti agli occhi di nostra figlia”. Prosegue ancora: “Ho accompagnato mia moglie intorno alle 13 di mercoledì perché accusava dei dolori all’addome e ai reni. L’hanno ricoverata in codice giallo poi, con il passare del tempo la situazione è precipitata. Dopo vari accertamenti, intorno alle 19, le hanno diagnosticato dei calcoli alla cistifellea, uno dei quali, a detta dei medici , gliel’hanno perforata; con una diagnosi del genere avrebbero dovuto operarla d’urgenza e invece ci hanno detto che l’avrebbero tenuta in osservazione per tutta la notte. E’ stata 8 ore in barella, poi l’hanno portata nell’astanteria del Dea dove ha esalato l’ultimo respiro. Aveva dei dolori fortissimi, ma nessuno se ne preoccupava”. Continua dicendo: “Mia figlia chiamava le infermiere per avere assistenza, ma le rispondevano ‘che cosa ci possiamo fare’ ? Alle 3 di notte mia figlia l’ ha vista impallidire . Una dottoressa ha cercato di rianimarla ma non c’è stato nulla da fare. Non si può morire così a 53 anni”.
Il signor A. N. ha presentato denuncia ai carabinieri contro il personale del pronto soccorso. I carabinieri hanno provveduto immediatamente al sequestro della cartella clinica. E’ stata disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso.
Il Direttore sanitario del policlinico Tor Vergata, Isabella Mastrobuono, replica affermando : “Come da prassi abbiamo già avviato una indagine interna per verificare il percorso assistenziale della paziente e accertare se, eventualmente, si possano riscontrare delle responsabilità da parte del personale medico del pronto soccorso”.
Il legale della famiglia intanto fa sapere che: “Ipotizziamo che la donna sia morta d’infarto ; aspettiamo di sapere se eventualmente sia stato causato dai dolori legati ai calcoli o, al contrari, se la diagnosi iniziale fosse sbagliata”.
I risultati dell’autopsia dovrebbero arrivare tra 60 giorni.
Miriam De Vita