Napoli. - La consigliera regionale del Pdl Bianca D’Angelo, componente dell’Ufficio di Presidenza, ha dichiarato: «per il territorio della Campania si prepara un altro ignobile scippo: il progetto di fusione aziendale tra Alenia-Aermacchi ed Alenia Aeronautica, che si concluderà formalmente il 1 gennaio 2012, si vuole compiere una squallida operazione di colonizzazione economica del Nord ai danni del Sud.
La politica e le istituzioni campane non possono permettere che la nostra regione subisca questo ulteriore schiaffo: in primis bisogna scongiurare lo spostamento della sede legale della nuova azienda a Venegono, in provincia di Varese. Se questo accadesse il lavoro, gli operai, le produzioni ed i circuiti fiscali finiranno per arricchire il settentrione a scapito della Campania.
Inoltre occorre impedire che un’azienda di dimensioni molto più piccole, l’Alenia-Aermacchi, che conta su appena 1700 dipendenti circa ed ha un know how di scarsissime dimensioni, inglobi una realtà aziendale e produttiva ben più grande e consolidata. Ad oggi, infatti, Alenia Aeronautica impiega in Campania circa 4500 dipendenti, 12mila in tutta Italia. Nell’indotto operano circa decine di aziende per un fatturato annuo di 1,5 miliardi di euro. È vergognoso quindi che si porti avanti questo processo che è solo di conquista economica e non ha nulla di positivo per il Mezzogiorno d’Italia.
Stamani in Consiglio Regionale ho avuto modo di incontrare le rappresentanze sindacali della Cgil, della Cisl e della Uil dello stabilimento Alenia di Pomigliano ed ho raccolto le preoccupazioni e le ansie che questo assurdo processo di fusione sta determinando sui lavoratori.
La Regione Campania deve difendere in ogni sede le eccellenze produttive del proprio territorio: chiederò un incontro urgente al governatore Stefano Caldoro ed all’Assessore Sergio Vetrella affinché sui tavoli romani facciano valere le ragioni del nostro territorio e delle nostre eccellenze aziendali. Il rischio è che non solo Alenia ma anche il settore dell’aeronautica in Campania subirà gravissime penalizzazioni. Occorre far fronte alla deriva settentrionale guidata dalla Lega e dagli interessi di parte che vuole determinare una ignobile aggressione economica così come avvenuto negli anni scorsi in alcuni casi emblematici anni come quello del Banco di Napoli. La Campania non è terra di conquista».