Napoli. - Attraversare epoche remote per conoscere il passato Napoli, immergendosi nella città di “sotto”: sabato 27 aprile (dalle ore 19:00) l’Associazione Culturale NarteA scende nel sottosuolo di Napoli con “SUB URBE, EMOZIONI SOTTOVOCE”, una caratteristica visita guidata teatralizzata concepita per muovere i visitatori lungo ben cinque secoli di storia, abbracciando al percorso turistico tradizionale anche l’aspetto ludico-interattivo, alla scoperta del misterioso ventre napoletano del Tunnel Borbonico. Gli ospiti potranno lasciarsi alle spalle il caos, l’inquinamento e la folla della città di “sopra” per addentrarsi nel silenzio delle meravigliose grotte di tufo giallo: una vera e propria immersione nel passato, un viaggio nel tempo per incontrare personaggi di altre epoche, che interpreteranno la storia della “città del Sole” attraverso le vicende vissute nell’ombra delle sue viscere. L’appuntamento al pubblico è presso l’ingresso del Tunnel Borbonico a Vico del Grottone n° 4 – la II traversa a sinistra salendo via Gennaro Serra, strada alla destra di piazza Plebiscito –, mentre la fine prevede l’uscita all’interno del Parcheggio Morelli.
La prenotazione è obbligatoria al 339.7020849 – 334.6227785. Costo € 15,00 adulti.
Entrati nella Sub Urbe, tutti partecipanti saranno accompagnati da una guida esperta, congiuntamente all’intrattenimento realizzato da un’equipe di attori professionisti – Serena Pisa, Federica Altamura, Valerio Napoli, Antonio Perna – che, vestiti in abiti d’epoca, daranno voce alle vicende e ai personaggi di un passato tradizionale ma anche storico. Ispirata alla location del Tunnel, questa esclusiva pièce teatrale intende intrecciarsi ai racconti, agli aneddoti e alle credenze popolari che, pur restando spesso nell’oscurità, sono indispensabili per capire a pieno la storia di Napoli e per apprezzare completamente l’inestimabile patrimonio culturale partenopeo.
Palcoscenico d’eccezione sarà questo percorso sotterraneo che fu commissionato il 19 febbraio del 1853 da Ferdinando II di Borbone all’architetto Errico Alvino per collegare il Palazzo Reale con la Caserma “Vittoria”, in modo da permettere un attraversamento militare in difesa della reggia e una via di fuga sicura per salvare i monarchi in caso di un eventuale pericolo. Napoli era stata, però, scavata precedentemente dai greci, dai romani che una volta estratto il tufo giallo, usato per costruire le abitazioni, pensarono di collegare le varie cave con dei cunicoli e incanalarvi le acque del Serino per trasformarle in cisterne. Ma il primo uomo moderno che lasciò il segno nella storia di Napoli, essendo l’unico studioso che si calò nelle viscere della città per ricavarne uno studio meticoloso e particolareggiato per individuare i circa cinquemila rifugi nella roccia tufacea, fu Guglielmo Melisurgo: l’ingegnere realmente esistito sarà il personaggio che scorterà il pubblico lungo le cavità-ricoveri che salvarono la vita di migliaia di cittadini durante le incursioni aeree della II Guerra Mondiale.
Redazione Cultura