Napoli. - Attraverso il mito (ed i riti ad esso associati) da sempre l’essere umano cerca di dare una spiegazione ai grandi fenomeni naturali che appaiono oscuri rispetto al suo livello di consapevolezza e di sondare i misteri dell’animo umano. I miti, infatti, rappresentano una grande spiegazione metaforica dell’assetto del cosmo.
E’ proprio un viaggio attraverso i miti che propone lo spettacolo teatrale, in un unico atto, Babel 012, per la regia di Francesco Puccio, di scena al Museo del Sottosuolo di Napoli (piazza Cavour, 140) domenica 12 maggio alle ore 19.00.
Dal mito della Torre di Babele, da cui ha origine il titolo dello spettacolo, dove la tracotanza (in greco iubris) degli uomini, che cercano di costruire un edificio che arrivi al cielo, viene punita duramente da Dio, a quello di Ero e Leandro, dove viene espressa la forza dell’amore ed anche quella dell’estremo sacrificio quando i cuori, le anime ed i corpi vengono separati.
Ed ancora la vicenda dell’indovino Tiresia, prima tramutato in donna, poi ridiventato uomo ed accecato da Era adirata per essere stata contraddetta durante una lite con Zeus, la punizione inflitta da Artemide ad Atteone, macchiatosi della colpa di averla vista nuda mentre si bagnava in una sorgente, la fuga disperata della ninfa cacciatrice Aretusa, che si fece avvolgere prima da una nuvola capace di nasconderla e poi si trasformò in fonte e scese nel cuore della terra, per sfuggire alle brame d’amore di Alfeo.
Ed ancora Eolo, dio del vento e delle tempeste e Arianna che, dopo aver aiutato il suo amato, Teseo, ad uscire dal labirinto ed esserne stata abbandonata, diventa sposa del dio Dioniso.
In questo viaggio, alla riscoperta delle nostre radici culturali, compiuto nell’ atmosfera ricca di pathos sprigionata dal trovarsi a 25 metri sottoterra, nel cuore vivo e pulsante di Partenope, gli spettatori saranno accompagnati da Simona Fasano, Francesco Puccio, Antonio Coppola e Camilla Bozzetto.
La drammaturgia originale è nata nell’ambito del progetto didattico e teatrale “L’antico fa testo”, diretto e coordinato da Donatella Puliga, docente del Centro Interdipartimentale di Studi Antropologici sul Mondo Antico dell’Università di Siena, e da Francesco Puccio, dottorando di ricerca e regista teatrale, in stretta collaborazione con la Soprintendenza per i Beni storico-artistici di Siena. Inizialmente è stato fatto un lavoro di traduzione di testi greci e latini.
Testi che hanno saputo attraversare il tempo e lo spazio e che ancora oggi parlano all’anima degli esseri umani con identica forza.
Lo spettacolo teatrale Babel nasce da un lungo processo creativo e da un intenso dialogo tra persone, ambiti di senso e significato ed epoche diverse.
Il messaggio che lo spettacolo teatrale media è che quando si esprimono concetti che affondano le radici in un bacino valoriale eterno anche se si parlano lingue diverse e si è distanti nello spazio e nel tempo, si dicono in fondo le stesse parole. Una grande metafora sulla solidarietà, la tolleranza e l’integrazione.
La quota di partecipazione, comprensiva di visita al Museo, è di 10 euro.