Cercola (Na). - Occasione mancata per il centrodestra cercolese. Alle elezioni comunali si è presentato un centrosinistra spaccatissimo, logorato da lotte intestine. Gli azzurri si sono piegati, invece, sulle posizioni personali dei componenti del “gruppo di Caravita”, quest’ultimo responsabile unico della sconfitta elettorale che ha determinato clamorosamente l’esclusione dal ballottaggio del centrodestra. Sorridono sotto i baffi: Giorgio Esposito, Aniello Esposito e Vincenzo Esposito. Mentre un patrimonio di militanza e di consenso è stato dilapidato dalle opportunistiche scelte di questi neo tre consiliglieri comunali.
Il PDL ha raggiunto il 12%, dimezzando in pochi mesi il consenso registrato alle ultime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013.
Giorgio Esposito, il candidato sindaco del centrodestra (PDL – Fratelli d’Italia, UDC, Nuovo PSI, e La mia Città), in teoria poteva rappresentare un ottimo candidato sindaco, ma le aspettative sono scemate dalla conduzione di una campagna elettorale in sordina, e, in particolare, inseguendo le esigenze dei caravitani, gruppo del quale Giorgio Esposito è una forte espressione.
Le liste, in particolare quella del PDL, hanno vissuto un parto dei piu’ mortiferi per il rinnovamento e , soprattutto, per un’azione incisiva del centrodestra sul territorio. Esclusi dal PDL, e non se ne conoscono ancora i motivi , Antonio Forte Diego Maione ed Anna Santoro, mentre i veri responsabili dell’agonia del governo Tammaro, – Vincenzo Esposito, Aniello Esposito, Antonio De Michele, Dante Capezzuto, Orazione Pandolfi, - li abbiamo ritrovati nella competizione, incassando una scoppola elettorale che se la ricorderanno per tutta la vita.
I caravitani consiglieri, e i pidiellini “trombati”, tutti insieme al ballottaggio, a sostenere La Grande Accozzaglia, vetero comunisti di SEL inclusi, agli antipodi del pensiero politico degli uomini del Cavaliere. E’ risultata essere davvero incrdibile la presenza di Don Vincenzino Esposito al seggio di Caravita, nella due giorni di voto al ballottaggio. Clamorosa anche la marcia profusa al ballottaggio da un “trombato” del primo turno, il coordinatore Massimo Romano (appena 90 voti), che in tre comunicati stampa, a distanza di 48 ore, smentì piu’ volte un accordo con La Grande Accozzaglia. Poi a poche ore dal voto, in contrasto con quanto deciso poche ore prima, lo stesso Romano invitò gli elettori del PDL a sostenere Vincenzo Fiengo, in quanto la stampa locale, ossia questa testata, sarebbe stata vicina al PD e i giovani democratici ebbero la colpa di distribuire un volantino dove invitarono a scegliere tra il vecchio (Fiengo) ed il nuovo (Grillo). Atteggiamento politico che ha fatto “rivoltare” nelle tombe i grandi padri storici del centrodestra nazionale. Nonostante tutto , nessuna dimissione è stata messa sul tavolo. I caravitani sono agli ordini Luigi Cesaro e Salvatore Ricci, con i quali condividono il processo di restaurazione del PDL in provincia che sta determinando paurose sconfitte alle elezioni amministrative, ma che garantiscono forzatamente, con eslusioni eccellenti, i grandi elettori di questi due esponenti della politica provinciale.
Il bello deve ancora venire, Vincenzo Esposito, uno dei grandi elettori di Fiengo, starebbe chiedendo l’ingresso in giunta della pidiellina Antonietta de Rosa, condizione politica che non sarebbe gradita a SEL e i Verdi. Giorgio Esposito avrebbe già incassato la presidenza del consiglio comunale. Ecco il premio politico ad una scellerata dismissione del patrimonio del centrodestra locale.
Un’altra vicenda, che ha raggiunto dei connotati “inquietanti” , è stata discussa a margine della candidatura nel PDL di Giuseppe Esposito, direttore della Farmacia Comunale. Il candidato del PDL, 94 voti appena, è stato criticato dagli altri partiti per il ruolo che ricopre in città, e soprattutto, sul piano etico si è discusso della funzione così delicata della quale è investito Esposito perchè avrebbe potuto condizionare l’elettorato, quest’ultimo a stretto contatto con lo stesso candidato per tutta la campagna elettorale. La Farmacia Comunale è una partecipata del comune, il quale detiene il 25% delle quote del consorzio CCISS. In seguito “Il Secolo Nuovo” approfondirà la vicenda, e soprattutto, analizzerà tutte le questioni riguardanti la connotazione giuridica della Farmacia Comunale e i relativi impegni che ha il consorzio nei confronti della città di Cercola.
il direttore Gaetano Busiello