Cercola (Na). – La comunità e la città fino a qualche tempo fa balzavano agli onori della cronaca nazionale e locale per il ricordo di Gaetano Filangieri ( Uno dei padri della Costituzione Americana) e di Vittorio Mezzogiorno ( Prestigioso attore italiano), nonchè per le gesta sportive di Mimmo Criscito ( Calciatore della Nazionale Italiana e di indubbia caratura internazionale); mentre oggi la popolazione locale si trova buttata nel calderone mediatico messo in atto dai giornalisti calcistici napoletani, autentici mujaheddin dei colori azzurri, impegnati nella incredibile ”guerra santa” contro lapopolazione bianconera di Napoli e di Cercola.
Risulta storicamente accertato che quando un governo ed una classica politica è inadeguata la difesa etica e concreta di una comunità è messa in serio imbarazzo da qualunque attacco esterno, anche quello più debole. Ad accendere la”genialità” di questi due giornalisti è la presenza sul territorio di Cercola del più prestigioso e numericamente importante Juventus Club di tutto il meridione d’Italia. “Ma come a Cercola, in provincia di Napoli, c’è un club degli odiati bianconeri?”, ecco cosa serpeggia nell’animo dei tifosi del Napoli e dei due giornalisti: una sorta di razzismo all’inverso, la mancata accettazione dei più forti.
Raffaele Auriemma e Carlo Alvino si sono spinti oltre, ma solo perchè detengono una posizione di rilievo nel dibattito culturale, in quanto sono degli storici giornalisti campani e loro azioni potrebbero dare delle opportunità agli sconsiderati di legittimare qualche azione incivile. L’ultima perla di Carlo Alvino, telecronista Sky, è relativa al suo intervento in una trasmissione radiofonica che ha urtato la suscettibilità dei cittadini. Ovviamente la classe politica è immobile ed impassibile, in testa il sindaco Vincenzo Fiengo, quest’ultimo è quello che si scambia epiteti di vario genere nel corso del confronto istituzionale, dove spicca “Idioti” rivolto su facebook ai consiglieri di opposizione.
“Parlano un dialetto strano… Non si capiscono…. Ma, poi, non è Napoli, è un paese sperduto”. Questo è quanto avrebbe dichiarato Carlo Alvino, ripreso da una testata giornalistica on line ed apparso sulla bacheca della pagina ufficiale del Juventus Club Cercola. Ovviamente, Carlo Alvino preso dalla “guerra santa” contro il popolo bianconero si dimentica delle sue visite a Cercola presso una delle fabbriche storiche del territorio, dove ha sempre trovato il suo amico imprenditore pronto a sostenerlo. Cercola confina con la città di Napoli, a 8km dal centro e in città si parla il dialetto napoletano per il semplice fatto che Cercola si è popolata di abitanti arrivati da ogni quartiere della città. Con questa battuta Alvino non è riuscito ad esser simpatico, certificando, inoltre, che il razzismo non è solo geografico – visto che Napoli e Cercola vivono in simbiosi geografica e culturale – ma è soprattutto culturale: questi signori non accettano la presenza di chi ama una squadra diversa da quella della propria città, anche nel Medio Evo avrebbero fatto fatica a comprendere la natura ideologica di tanta avversità.
Anche Raffaele Auriemma, oggi a Mediaset – Italia Uno, diede il suo contributo alla “guerra santa” definendo gli juventini di Cercola dei veri idioti ed invitò a strappare le carte d’identità perchè tifano una squadra che non era il Napoli. Quindi, queste cime, come i club locali sostenuti anche dall’amministrazione comunale, mietono “veleno” senza che le istituzioni diano un segnale concreto di esistenza.
Il sindaco Vincenzo Fiengo, socio del Club Napoli Cercola, e tutto il consiglio comunale assistono impassibili all’attacco della credibilità della propria comunità, dove una parte consistente viene derisa ed insultata di continuo. Tra l’altro cosa si può aspettare dalla peggiore amministrazione comunale, compresa l’opposizione, della storia di Cercola? Basta leggere i manifesti in città oppure guardare i video del consiglio comunale per capire il decadimento politico, etico ed istituzionale nel quale quale è piombata la città di Cercola, dove le considerazioni “cabarettistiche” dei giornalisti azzurri si incastrano alla grande.
Fa riflettere anche la tolleranza nei confronti del Club Napoli Cercola, dove il sindaco presenzia attivamente, che utilizza sui manifesti murali lo stemma del comune, senza mai aver avuto la debita concessione dell’utilizzo da part della Giunta Municipale e del sindaco stesso, o come lo stesso club all’indomani della vittoria in Supercoppa Italiana – di primo mattino – fa affiggere su tutti i tabelloni istituzionali della città manifesti che riprendono la coppa alzata dal Napoli a Doha, contenenti gli auguri natalizi dei soci del club, senza che sia visibile il pagamento dell’imposta pubblicitaria dovuta al concessionario comunale del servizio pubblicità.
La credibilità della città di Cercola è messa in serio imbarazzo da questo governo della città inadeguato e foriero di indegni confronti che la comunità locale stenta ad accettare, anche in considerazione del grave disagio economico in cui versano tante famiglie del territorio. Risulta deprimente l’aggressione dei mujaheddin dai colori azzurri alla città di Cercola, la speranza che accende l’animo dei cercolesi , però, è relativa al fatto che presto qualcuno ” tolga il giocattolo dalle mani della creatura”.
il direttore Gaetano Busiello