Cercola (Na). – ” I manifesti sono stati rimossi in quanto abbiamo ricevuto una disposizione verbale da parte del sindaco Vincenzo Fiengo e del vicesindaco Luigi Di Dato“, ecco quanto dichiarato da uno dei Vigili Urbani stamane , resoconto appreso direttamente da chi vi scrive stamane a mezzogiorno, presso il Locale Comando della Polizia Municipale.
Ha fatto davvero scalpore la task force comunale – due vigili urbani e due operai comunali della manutenzione - “impegnata” a ripulire i tabelloni istituzionali dal manifesto, fatto affiggere dall’azienda di trasporto locale, che“denunciava” il boicottaggio e l’ostruzionismo dell’amministrazione comunale - sindaco Vincenzo Fiengo e Presidente del Consiglio Comunale Vincenzo Barone in testa – che sta determinando un ritardo colpevole per l’inizio del progetto di mobilità urbana, a trazione privata, “Cercola in Corsa”. Progetto imprenditoriale che risulterà provvidenziale al cospetto del potenziamento dell’inesistente servizio del trasporto pubblico locale.
Se fosse vera la disposizione che sarebbe stata ordinata dai piani alti del Municipio ci troveremmo alla presenza di una vera “aggressione” alla libertà di espressione, visto che non si riesce a comprendere il perchè dell’impiego di tanti uomini comunalim impegnati per tutta la mattinata, sotto la pioggia battente, a rimuovere un manifesto fatto affiggere da un imprenditore locale “strozzato” dalla burocrazia e dalla malapolitica. In un comune sotto la disciplina della Costituzione Repubblicana, un vero caposaldo della libertà di espressione, potrebbe risultare davvero ingombrante questo arrogante precedente nelle dinamiche territoriali.
Anche la procedura adottata fa riflettere, in mancanza di un ordine di servizio del capo del personale comunale, e soprattutto, alla presenza di un appalto – anche se scaduto, ma in proroga fino al 1° febbraio 2015 – per le affissioni pubbliche in capo alla Ge. Se. T. Italia S.p.a . non si riesce a capire perchè non si è attivata la procedura prevista dal Regolamento degli Impianti Pubblicitari che dispone l’impegno del concessionario, e non del personale comunale, nell’esercizio della rimozione, ove ne sussistono i presupposti.
Pare che sia stata violata la norma che disciplina la procedura di rimozione dei manifesti in città. Al comma 3 dell’art. 67 del Regolamento Comunale degli Impianti Pubblicitari dispone quanto segue: “ Il comune, o il concessionario di servizio (quando è in itinere un appalto come nel caso giornalistico dibattuto), può effettuare, indipendentemente dalla procedura di rimozione degli impianti e delle applicazioni delle sanzioni di cui al comma 2, l’immediata copertura delle affissioni abusive con successiva notifica secondo l’art.10 del D.lgs n.507 del 1993” . A margine di tutto ciò ci chiediamo: quale organo, se non la Ge. Se.T Italia s.p.a, può verificare il pagamento dell’imposta sull’affissione dei manifesti murali? Dato che la Ge. Se. T Italia s.p.a detiene ancora l’appalto sulle affissioni perchè non si è visto impegnato l’attacchino in forza al concessionario? Da quali servizi sono stati sottratti questa mattina i due vigili urbani e i due lavoratori della manutenzione? C’è una comunicazione della Ge.Se.T. Italia s.p.a che accertava questo presunto abuso? O c’è solo il malumore del sindaco Fiengo e del vicesindaco Luigi Di Dato? Una città si potrebbe mai piegare alle uterine azioni di certi amministratori?
I vigili urbani impegnati questa mattina sono gli stessi che tutti i giorni percorrono le strade della città , voltandosi - sistematicamente – dall’altra parte, non notando i megatabelloni pubblicitari nelle curve, a ridosso dei segnali stradali, sui parapetti, sui guard rail, sotto ai ponti ecc, ed in palese violazione del Codice della Strada e del Regolamento Comunale degli Impianti Pubblicitari.
L’amministrazione comunale oggi ha celebrato un giorno da dimenticare sul fronte della democrazia. Attendiamo risposte.
il direttore Gaetano Busiello