Cercola (Na). – Ieri mattina, giovedì 2 aprile 2015, si è certificato la “pochezza”del consiglio comunale . Tra urla, stravaccamenti e sbeffeggiamenti dei consiglieri comunali si è celebrato un “irregolare” consiglio comunale: unico punto all’ordine del giorno è stato ” La relazione sullo stato di salute della refezione scolastica”. Prima di arrivare a spiegare ai nostri lettori le motivazioni che ci riconducono all’ipotesi di una celebrazione irregolare di questo consesso civico, ci teniamo ad entrare subito nel merito della discussione.
La parte del leone ( diciamo) è stata fatta dal consigliere comunale Salvatore Grillo ( PD) , che insieme a Giovanni Paudice (?) (PD) e Diego Maione, ha firmato la richiesta di convocazione dello stesso, prontamente accolta dal presidente del consiglio comunale Vincenzo Barone, attuale compagno di viaggio dei “Maglione’s Boy”.
E’ andato giù duro Grillo con le accuse. ” I carabinieri dei Nas (Tutela ambiente e salute) li abbiamo chiamato noi del Partito Democratico - ha tuonato il consigliere democratico durante la seduta - , abbiamo letto anche il verbale redatto dagli stessi e ci sono delle criticità fortissime. E’ stato riscontrato che la ditta appaltatrice del servizio non era in possesso della SCIA e sono stati trovati dei prodotti scaduti nel luogo dove vengono confezionati i pasti. Se fosse ancora in vigore il vecchio capitolato appalto, queste infrazioni determinerebbero la rescissione unilaterale da parte del comune del contratto di appalto”. Peccato che il consigliere Salvatore Grillo non abbia approfondito queste infrazioni, che sono al vaglio degli organi competenti, in quanto la ditta in questione ha promosso una dettagliata documentazione . Infatti, la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività ) era già stata disposta dalla ditta stessa ed esibita per il centro cottura , attualmente in possesso della stessa ditta per la durata dell’appalto. Mentre per quanto riguarda le attività di somministrazione dei pasti nelle scuole del comune , a detta della ditta, non doveva essere esibita in quanto il possessore delle strutture scolastiche era il comune. Inoltre, come avrebbe potuto emettere questa SCIA quando lo stesso comune, come si evince dagli obblighi derivanti dalla gara d’appalto fissa i tempi, i numeri dei pasti ed i luoghi di somministrazione dei pasti? Sulla questione deil rinvenimento di alcuni prodotti non conformi ai pasti nel luogo di confezionamento degli stessi risulta che la ditta abbia esibito ai Nas la dichiarazione di non conformità del prodotto, un paio di chili di mozzarella erano in giacenza in quel luogo in attesa che il fornitore provvedesse a ritirarli, tale condizione di “reso” è evidenziata da un fax inviato dalla stessa ditta al suo fornitore, antecedentemente all’arrivo dei NAS al centro cottura.
” La ditta che espleta la refezione paga un canone irrisorio per il fitto del centro cottura comunale”, ha riferito il consigliere Salvatore Grillo. Anche su questo argomento il Partito Democratico pare che abbia visionato gli atti in modo leggero, visto che la ditta refezionista non paga nessun canone. Invece nel bando di gara , causa un refuso di stampa, era inserito erroneamente tra gli obblighi contrattuali un pagamento del fitto succitato. L’eliminazione di questo obbligo è stato sancito da una serie di FAQ di chiarimenti pre-gara d’appalto inviati all’amministrazione comunale da altre ditte concorrenti alla gara stessa, infatti dal comune accertarono tale defaillance, relativamente al refuso di stampa, disponendo che chi avrebbe vinto la gara non sarebbe stato obbligato a pagare il fitto del centro cottura. D’altronde appare curiosa che la sottelineatura arrivi proprio da Salvatore Grillo, luogotenente dell’ex sindaco Ciro Maglione, quest’ultimo non ha mai previsto il pagamento del,fitto alle ditte che hanno svolto la refezione dall’anno 1994 al 1998, anni in cui Maglione era il sindaco di Cercola, anzi, addirittura, pare che il Comune avrebbe pagato anche le utenze – acqua , gas ed energia elettrica- alla ditta . Mentre oggi l’attuale ditta che swvolge il servizio , oltre ad aver risytrutturato per intero il centro cottura, si sobbarca anche le utenze.
Sul tema dello scodellamento , quale metodo di erogazione dei pasti, sul quale Grillo non ha esitato a sollevare accuse di illegalità , si sono pronunciati sia i Nas che l’ASL di Caravita, a riguardo, dopo i dovuti controlli, è emerso che non hanno trovato nessuna criticità tale da interrompere questo metodo di erogazione del pasto. Perchè il consigliere Salvatore Grillo non si è chiesto perchè nonostante abbia allertato ASL e NAS il servizio refezione è proseguito senza interrompersi?
” C’è clientela dietro alla distribuzione dei 15 pasti quotidiani gratuiti che fornisce la ditta. Perchè l’amministrazione comunale non ha previsto un bando? A chi favoriamo?” , ecco un’altra accusa lanciata da Grillo. Fatta salva la mancata responsabilità sul caso da parte della ditta, emerge un pò di confusione su chi beneficia di questi pasti. In tal caso il funzionario responsabile del comune, assente in aula, dovrà chiarire la vicenda.
La proposta del PD, non trasmessa ai consiglieri comunali al sindaco ed al presidente del consiglio comunale, non è stata approvata. Solo due voti a favore: quello di Grillo e dell’alzatore di mano seriale, in salsa piddina, Giovanni Paudice.
Un consiglio comunale irregolare. Ad avviso di chi vi scrive e segue le vicende consiliari sostiene che la presidenza del consiglio comunale, ricoperta da Vincenzo Barone, sta dando chiari segnali di inadeguatezza nell’esercizio del suo mandato: sia sul piano morale e sul piano giuridico. Sotto il profilo etico non si riesce a comprendere il motivo per il quale il presidente non abbia tenuto conto delle condizioni critiche di salute in cui attualmente versa il vicesindaco, delegato alla Pubblica Istruzione , Luigi Di Dato, il quale questa mattina è stato più volte citato in causa, senza che si sia potuto difendere. Mentre sotto il profilo giuridico, questa convocazione ed anche la conduzione di questo consiglio comunale presenta delle fortissime criticità. In primo luogo, ha fatto assai riflettere il decisionismo del presidente nel momento in cui è arrivata la richiesta di meno di un quinto dei consiglieri comunali, soltanto tre: poteva anche non convocarlo. In secondo luogo, non si è riuscito a comprendere il perchè Barone abbia convocato un consiglio comunale senza che i richiedenti (PD e Maione) non abbiano presentato in allegato una proposte di deliberazione all’atto della presentazione della richiesta, presupposto che “regalava” legalità alla richiesta. In terzo luogo , ci complimentiamo anche con il Partito Democratico che ci legge e ci segue, infatti i democratici anche se con ritardo questa mattina, quindi a seduta consiliare aperta hanno portato in consiglio comunale una proposta di delibera. Ma il dato politico e giuridico più allarmante è riconducibile al fatto che il presidente Barone , in barba a qualunque appiglio al regolamento di funzionamento del consiglio comunale, abbia messo a votazione la stessa delibera. Robadiamo che tale proposta di delibera avrebbe dovuto essere allegata alla richiesta di convocazione, e messa agli atti del consiglio almeno cinque giorni prima della tenuta del consiglio comunale. Ovviamente, l’incoerenza politica del PD e di Salvatore Grillo è conclamata, si sentono ancora le urla di questi democrat nel momento in cui la maggioranza ha portato in consiglio comunale, fuori dai tempi regolamentari, le proposte da approvare e da discutere. In quarto luogo, è risultato davvero irritante la gestione dell’ora di tolleranza per l’apertura della seduta consiliare e delle sospensioni del consiglio in corso di dibattito consiliare. L’apertura della seduta , di ieri mattina, si è celebrata alle ore 11,33 , quindi, fuori tempo massimo. Si è violato l’art.21 del Regolamento di Funzionamento del Consiglio Comunale il quale dispone quanto segue: ” se il numero legale non è raggiunto entro un’ora da quella fissata nella seduta è dichiarata deserta……” Quindi, questo consiglio comunale, nonostante sia stato segnalato l’orario al Presidente del Consiglio Comunale, andava “annullato”. In seguito, a fine seduta lo stesso presidente del consiglio comunale, in modo alquanto incredibile, fissava la chiusura della seduta , come emerge dalle parole dette al microfono, otto minuti prima dell’orario reale. Stendiamo un velo pietoso sulle megasospensioni di 5 minuti , trasformate in un paio di ore.
il direttore Gaetano Busiello