San Sebastiano. Scioglimento Consiglio Comunale, lieto fine per la commedia “Decadenza”: “Tutti a casa!”

UNITI

San Sebastiano al Vesuvio (Na). – Da ieri la città di San Sebastiano al Vesuvio non ha più il suo consiglio comunale, ad  appena un mese dalla decadenza del sindaco Giuseppe Capasso. A certificare il vuoto politico-amministrativo al Palazzo di Città sono state le contestuali dimissioni in massa degli otto consiglieri comunali del gruppo politico Uniti per San Sebastiano, la legge prevede lo  scioglimento del consiglio comunale nel momento in cui la maggioranza più uno dei consiglieri contestualmente si dimettano. Quindi, nelle prossime ore è previsto l’arrivo in città del Commissario Prefettizio, che governerà il comune fino alle prossime elezioni comunali previste,  per la primavera del 2016.

La “commedia” , andata in scena  nelle istituzioni locali, che ha riguardato la ricerca spasmodica di una causa di incompatibilità,  che determinasse la decadenza dell’ex sindaco Capasso,  ha visto recitar la parte di attore protagonista l’ex sindaco Pino Capasso, che è stato abilmente fronteggiato da Gennaro Manzo, ex leader dell’opposizione consiliare. Una parte marginale, che però poteva risultare determinante, è stata “urlata” da Salvatore Grillo (PD) nel consiglio comunale di Cercola il 18 febbraio 2015 . Infatti, proprio da Cercola sono partite le dinamiche che hanno animato il percorso della decadenza: il sindaco di Cercola Fiengo, in accordo con il presidente del consesso civico Vincenzo Barone, avvalendosi della parte urlata recitata da Grillo, provvedettero a modificare lo Statuto del Consorzio Cimiteriale, proponendo la illegittima  abrogazione dell’art.10 dello strumento normativo,  tale disposizioni precludeva  la possibilità ai consiglieri comunali di entrare nel Cda. Quindi,  tale norma modificato avrebbe permesso anche all’ex sindaco Capasso ( anche consigliere comunale), la possibilità di essere nominato nel Consiglio di Amministrazione del Consorzio Intercomunale dei Servizi Cimiteriali, fatto che poi avrebbe ricondotto ad una causa  d”incompatibilità tanto cercata perchè procurava la decadenza, condizione giuridica che evitava l’arrivo in città dei prefettizi , però teneva ij piedi la sua coalizione politica con a capo il vice sindaco Salvatore Sannino.  Questa modifica allo statuto consortile, coniugata con le contestuali dimissioni dal CDA del cimitero, di Gaetano Panico, delegato di San Sebastiano al Vesuvio, allertarono questa testata giornlistica sul tentativo che si stava compiendo, poi definitivamente bloccato  da una una diffida presentata dall’ex consigliere comunale Gennaro Manzo al Presidente dell’Assemblea Consortile del Cimitero. Se Pino Capasso, a ben ragione,  è stato l’attore protagonista della sceneggiata “Ricerca spasmodica della decadenza”, i cercolesi – ancora piegati alle velleità dei sansebastianesi – hanno ricoperto un triste ruolo di marginalità negativa nella commedia : Vincenzo Fiengo, Salvatore Grillo e Vincenzo Barone nei titoli di coda della vicenda usciranno  come “Accozzaglia non Protagonista”.

Dopo il tentativo fallito a Cercola,  Capasso e i suoi se ne sono saliti mestamente  sul colle sansebastianese a “partorire”, insieme al capo dei vigili urbani,  la multa al sindaco Capasso , seguita dalla contestazione al verbale , attraverso la presentazione di un ricorso al Giudice di Pace, situazione che avrebbe comunque garantito quella causa di incompatibilità necessaria per la decadenza. Anche qui il colpo di scena è stato messo in campo  da Gennaro Manzo, il quale zitto zitto andò a pagare la multa, dopodichè invitò il consiglio comunale sansebastianese a non votare la decadenza, visto che il motivo del contendere era venuto meno. Ma i “Capasso boy” hanno continuato imperterriti il loro percorso: stavano per gustare deleghe assessoriali e potere allargat, o con il vicesindaco Salvatore Sannino ai comandi del Titanic “Uniti per San Sebastiano”.  Dall’1 aprile Salvatore Sannino è stato il  nuovo sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, dato che il consiglio comnnale , con i soli voti della maggioranza, votò la decadenza da sindaco di Giuseppe Capasso.

Tutto il clamore suscitato al caso dagli organi di stampa locali prima e nazionali poi, hanno allertato Lorenzo Guerini - vicepresidente Nazionale del PD – il quale non ha mai digerito il giochetto della decadenza,  attraverso la multa ed altri espedienti  utilizzati dai sindaci decaduti, come Capasso, e non decaduti ancora – come il demiurgo della multaAlfieri di Agropoli -. “Non si può utilizzare la legge per soddisfare velleità personali, quindi, invitiamo a coloro (Pino Capsso) che desiderano candidarsi alle regionali di far dimettere i propri consiglieri e far arrivare i commissari prefettizi.” Il diktat di Guerini è stato accolto, in religioso silenzio, da coloro che hanno praticato l’alzata di mano seriale in quattro anni di consiliatura: Biagio Pizzo, Pasquale D’Avino, Gianluca Sannino, Pasquale Filosa, Raffaele Aratro, Giuseppe Panico, Vito Rivellini e Nunzia Riccardi. Uniti per San Sebastiano “piegato” dalle decisioni di Capasso. Gli otto consiglieri dimissionari  passeranno alla storia di San Sebastiano al Vesuvio come coloro che sono stati gli attori non protagonisti della sceneggiata “Capasso e la ricerca spasmodica della decadenza”.

In queste ore  fanno sorridere e preoccupare alcune notizie filtrate dal colle sansebastianese. La prima riguarda il giovane Gianluca Sannino, pare ( nessuno se ne è mai accorto) sia stato il capogruppo nella  consiliatura appena archiviata del gruppo “Uniti per San Sebastiano”, il quale, però,  ha riferito, su alcune testate giornalistiche locali, che si son dovuti dimettere perchè la legge Caldoro ha introdotto l’incandidabilità dei sindaci in carica. Però, qualcun dovrà pur informare il giovane Sannino che Capasso non è più sindaco dal momento in cui è stata votata, anche dallo stesso Sannino,   la decadenza, quindi dall’1 aprile 2015. Però, qualche iscritto di buona volonttà nel PD dovrà pur informare Sannino che chi ha chiesto le dimissioni,  anche dello stesso Sannino,  è il suo vicepresidente nazionale Guerini (PD).

Sono circolate voci , anche sulla stampa locale, riguardante le dimissioni di Giuseppe Panico, da segretario del PD San Sebastiano al Vesuvio. Dimissioni , in chiara salsa capassina, ovviamente respinte dagli stessi autori del disastro decadenza. E per quale motivo si sarebbe dimesso Giuseppe Panico? Non ha condiviso il diktat di Guerini? Se così fosse perchè non esce dal partito, visto che il PD nazionale ha inciso fortemente sulla scelta maturata nei consiglieri comunali per arrivare alle dimissioni in massa?

Quando i giornali, i politici di opposizione, i vertici nazionali di un partito di governo remano tutti nella stessa direzione accade  qualcosa di bello: il rispetto della legge e delle istituzioni pubbliche. Lo scioglimento del consiglio comunale di San Sebastiano al Vesuvio resta un momento importante per la storia delle istituzioni pubbliche vesuviane.

il direttore Gaetano Busiello

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