Cercola (Na). – La Fipav Campania, ente gestore della cittadella sportiva di Caravita, nel 2011 inviò al Comune di Cercola la richiesta di prevedere la costruzione di una piscina all’interno del complesso sportivo Giuseppe Piccolo di proprietà comunale: ecco l’incredibile novità emersa a margine del discusso permesso a costruire rilasciato ad una società privata – la Violante Costruzioni – , dal quale emerge l’autorizzazione per l’edificazione di una piscina coperta ed un megaedificio destinato ad attività di Pubblica Amministrazione in via Europa (zona C1 del PRG), in zona R.U.A, a due passi dal Vesuvio, precisamente a ridosso dell’arteria stradale panoramica che collega Cercola con San Sebastiano al Vesuvio. La richiesta della Fipav Campania, probabilmente, si fermò al protocollo generale del comune. Tale iniziativa rientra nelle facoltà della FIPAV Campania, in applicazione delle migliorie previste dalla convenzione stipulata con il comune, a seguito della vittoria nella gara d’appalto relativa alla gestione del prestigioso complesso sportivo cercolese. Quindi, ad oggi il Comune di Cercola si trova “consumato” maldestramente il suolo in piena zona R.U.A. ( Riqualificazione Urbanistica Ambientale), mentre se fosse stata accolta la proposta dell’istituzione volleystica che fa capo al CONI, il comune avrebbe avuto in proprietà , anche dopo la conclusione del contratto di gestione con la Fipav, un’altra struttura sportiva sul territorio , evitando l’aggressione all’ambiente e la colata di cemento sotto al vulcano. Inoltre, non si riesce a comprendere il perché si è proceduto al rilascio del permesso a costruire in zona C1 in via Europa senza che l’ente di governo comunale, guidato dal sindaco Fiengo, non abbia proceduto ad una ricognizione del territorio alla ricerca dei suoli di proprietà comunali dove prevedere l’edificazione di queste strutture monumentali rientranti nelle attrezzature pubbliche a standard, come previsto dal Piano Territoriale Paesistico dei Comuni Vesuviani che all’art. 13 comma 5 che dispone quanto segue: “ Negli strumenti di pianificazione e di attuazione della pianificazione dovranno essere individuati suoli ed edifici esistenti da destinare , previo recupero, ad attrezzature pubbliche per il rispetto degli standards urbanistici ai sensi delle leggi statali e regionali. Qualora detti immobili ( anche i suoli ovviamente) non risultino idonei alla destinazione programmata possono essere individuati suoli ed edifici privati da destinare a tale scopo. Gli interventi da realizzare in dette aree dovranno, comunque, tener conto dei criteri di tutela paesistica ( rispetto dei punti di vista panoramici, rispetto della geomorfologia del terreno, divieto di terrazzamenti)…..” Quindi, alla luce delle disposizioni fissate nel Piano Territoriale Paesistico dei Comuni Vesuviani, al quale il Piano Regolatore Generale del comune di Cercola non si è mai adeguato ( l’adeguamento era obbligatorio in quanto tale Piano sovracomunaole era stato approvato con Decreto Ministeriale successovamente al PRG cerco lese) non si riesce a comprendere il perché non si è proceduto , valutando negativamente il passaggio in consiglio comunale della questione vietato da Fiengo e Barone, l’opportunità di sfruttare suoli comunali , salvando, di fatto, suoli e viste panoramiche in piena Zona R.U.A ? Perché si è sistematicamente venuti meno all’azione volta a combattere il consumo indiscriminato del suolo tanto osteggiato da coloro che partorirono il Piano Territoriale Paesistico dei Comuni Vesuviani? Sarà pur vero che esiste un contradditorio giudiziario – amministrativo con la FiPAV Campania sulla questione della gestione della cittadella sportiva, ma il complesso sportivo resta di proprietà comunale “ vita natural durante”: in quale festicciola di piazza era rinchiusa la Giunta Municipale quando si è deciso la previsione di questa colata cementizia in via Europa, evitabile utilizzando i suoli comunali?
Il mancato passaggio in consiglio comunale della convenzione stipulata tra il comune di Cercola e la Violante Costruzioni, stimolato anche da una serie di missive ( indirizzate al Presidente del Consiglio Comunale Vincenzo Barone, al sindaco Vincenzo Fiengo ed all’assessore ai Lavori Pubblici ed Urbanistica Riccardo Meandro) dalla segretaria generale del comune dottoressa Maria Rosaria Impresa, nonché responsabile comunale del servizio AntiCorruzione, ha aperto una riflessione fortissima sull’opportunità negata al consiglio comunale per svolgere le funzioni a tutela dell’interesse pubblico negate all’espressione diretta del popolo cercolese . Il passaggio in consiglio comunale per la dichiarazione di interesse pubblico e sull’opportunità di prevedere l’accesso facilitato a determinate fasce dell’utenza debole del territorio, oltre che valutare la quantità di suolo e di incidenza monetaria che il privato deve garantire al comune, è sancita sia dallo Statuto del Comune di Cercola che dalle Norme Tecniche di Attuazione ( art. 55, 56, 57 58 e 102)
Le zone C , individuate dal vigente Piano Regolatore Generale aree di interesse pubblico parziale ( al 70% le C4 ) e totale ( C1, C2 e C3) , stanno “soccombendo” sotto l’onda d’urto della frettolosa e folle corsa azionata sia dall’Ufficio Tecnico Comunale che dell’area di governo comunale. Monta la preoccupazione relativa al sacrificio dell’interesse pubblico a vantaggio dei privati : basta solo ricordare v le edificazioni in zona C4 del PRG costruite ed ultimate nella Lottizzazione Carafa e Via Cavour ( riconducibile al vicesindaco Di Dato), che nulla hanno di coltivazione dell’interessato pubblico, quantificato nel 70% della superficie lorda di pavimento, invece sono spuntate cubature cementizie per ospitare un centro commerciale di fatto al centro della Lottizzazione Carafa, attività private di scuola e poli di studi professionali e medici sempre nei dintorni fino ad arrivare a via Cavour ( in piena Zona R.U.A.), un’autentica “divo razione” dell’interesse pubblico sancito dal redattore capo del PRG Carlo Gasparrini.
Sentenze Tar Campania e permesso a costruire che non sarebbe riconducibile a quanto prescritto dai giudici amministrativi. A margine della ricostruzione storica che ha determinato il rilascio del permesso a costruire relativo al megaedificio e la piscina in via Europa ci sono alcuni aspetti curiosi sul fronte dell’esecuzione di provvedimenti giudiziari e di pareri legali.“ Il Tar Campania Sez. Terza con sentenza 1251/2010 accoglieva il ricorso avverso il diniego presentato alla società Violante Costruzioni”, ecco quanto citato nel permesso a costruire n.17/2015. In un primo momento, a seguito degli interventi risoluti del redattore Gasparrini e dell’ex commissario straordinario dell’epoca (2007/2008)Fasano , che sollecitarono l’ingegner capo dell’UTC a verificare con accortenza le convenzioni allegate ai permessi a costruire di quasi 40 interventi edilizi in zone C4 e C1 , lo stesso UTC determinò in Commissione Edilizia il rigetto di tutti, ad esclusione di quelli già rilasciati ( stranamente mai revocati) . In seguito, la Violante Costruzioni, insieme ad altri presentarono il ricorso al Tar Campania e la spuntò sui permessi a costruire relativamente alla costruzioni di Casa di Riposo per gli Anziani – Immobile destinati a servizi sanitari – assistenziali e centro benessere baby parking e palestra – . Quindi, non si spiega perchè sono stati rilasciati due permessi a costruire differenti da quelli imposti dalle sentenze del TAR Campania: precisimente edificio A ( Uffici Amministrativi) ed edificio B: Piscina .
Parere legali e curiosità. Il sindaco Vincenzo Fiengo , capo della Giunta convocò l’esecutivo comunale nel maggio 2014 per conferire un incarico legale avverso il ricorso presentato al Tar Campania dalla Violante Costruzioni, la quale contestava il silenzio riserbato dal comune di Cercola sui pemessi a costruire richiesti dal 2007 ( non figurava, comunque, la piscina). La Giunta Municipale nominò l’avvocato Rosa Nunziante, la quale si costituì in giudizio a difesa del Comune di Cercola, “l’amministrazione comunale di Cercola si è costituita in giudizio.. e con memoria ha chiesto genericamente il rigetto del ricorso senza sviluppare ulteriori argomentazioni difensive”, ecco quanto contenuto nel dispositivo stilato dall giudice amministrativo il 9 ottobre 2014 relativamente alla sentenza sfavorevole al comune di Cercola. Troppo poco ostica risultava essere la difesa della Nunziante, visto che i permessi a costruire presentati non corrispondevano a quelli contenuti nelle sentenze del Tar Campania del 2010. La vicenda si fa sempre più curiosa se la arricchiamo di un altro momento amministrativo: il presidente del Consiglio Comunale Vincenzo Barone – nota protocollo comunale n. 0017301 – inviò nel dicembre 2014 al segretario generale Impresa il parere legale richiesto probabilmente dall’amministrazione comunale ( identificata in Fiengo Di Dato e Barone) in merito alla convinzione della stessa Impresa, anche responsabile del servizio comunale Anti Corruzione relativa all’opportunità “giuridica” di andare in consiglio comunale per definire la convenzione che il comune avrebbe dovuto stipulare con la Violante Costruzioni, convinzione, mai assorbita dai vertici politici cercolesi . “ da una disamina delle norme contenute nel T.U.E.L. 267/2000 e s.m.i. e dello Statuto Comunale di Cercola non sembra evincersi la necessità la necessità di un’approvazione dello schema di convenzione anche da parte del CAonsiglio Comunale, ovvero di una presa d’atto”, ecco quanto sostenuto dalla Nunziante , reduce dalla “singolare” difesa “senza mordente conclusasi con la sconfitta del comune in giudizio contro la Violante Costruzioni. Quindi, il sindaco Vincenzo Fiengo e il presidente del consiglio comunale Vincenzo Barone non hanno tenuto conto della posizione della dott.ssa Impresa, vertice apicale dell’Amministrazione Comunale, ma il parere dell’avvocato Nunziante, già costituitosi – incassando una sconfitta – a difesa del comune di Cercola. Chi ha autorizzato e con quali fondi comunali è stata pagata questa consulenza, relativamente all’espressione del parere?
L’avvocato amministrativista Antonio Palma, storico difensore di fiducia del Comune di Cercola, risulta essere l’avvocato difensore della Violante Costruzione nei procedimenti conclusosi davanti al Tar CAMPANIA nel 2010.
Perché non è stata sottoposta all’attenzione del consiglio comunale la convenzione presentata da Violante Costruzioni? Interrogativi che potrebbero suscitare risposte incredibili.
il direttore Gaetano Busiello