Cercola. Violate le “quote rosa”, Commissione del Paesaggio al maschile. Nominati i 5 tecnici: fuori il plurititolato Ciro Maglione. Autogoal del PD

palazzone via don minzoni cercola

Cercola (Na). – Alcune irregolarità clamorose hanno accompagnato la nomina dei cinque componenti della Commissione Locale per il Paesaggio effettuata con voto ponderato dal consiglio comunale: violato l’obbligo costituzionale e legislativo della presenza femminile nell’organo collegiale e  fuori i plurititolati dai nominati.

Nella serata di giovedì – 27 luglio 2017 – si è tenuto, ovviamente in seconda convocazione, il consiglio comunale che ha nominato i nuovi componenti della Commissione Locale del Paesaggio,  colmando un vuoto lungo 4 mesi dall’ultima scadenza del 24 marzo 2017,  vuoto istituzionale che ha determinato il blocco di qualunque pratica edilizia presentata da cittadini ed operatori economici del territorio,  in quanto ogni intervento edilizio deve essere obbligatoriamente sottposto al parere tecnico di questo fondamentale organo della vita istituzionale della città. Naturalmente questo blocco delle attività edilizie sul territorio ha una responsabilità politico/istituzionale ben precisa : la maggioranza consiliare ed il Presidente del Consiglio Comunale, incuranti dell’interruzione del  pubblico servizio,  non hanno mai posto all’ordine del giorno dei vari consigli comunali convocati nel frattempo la obbligatoria nomina della Commissione Locale per il Paesaggio. Ecco i tecnici nominati dai 13 consiglieri comunali presenti: 1) Arnaldo Cirese – Perito Agronomo( voti due ); 2) Francesco Romano – Architetto; 3) Francesco Saturno – Ingegnere ( voti tre ); 4) Nunzio Varetti –  Architetto( voti due ); 5) Luigi Serrapica – Architetto( voti due ).

Manca la quota rosa: nessuna presenza femminile in commissione. La nomina di cinque tecnici maschili ha venir meno i principi fondamentali presenti in fonti statali, innanzitutto nel d.lgs. 11 aprile 2006 n. 198 che all’art. 1, riprendendo le coordinate costituzionali, assicura la pari opportunità in tutti i campi, assegnando tale obiettivo a tutti gli attori istituzionali attraverso ogni possibile strumento di disciplina, normativo e non. Ma ulteriore strumento di attuazione, nonché nodo di raccordo tra livello costituzionale e fonte subordinata, è costituito dagli statuti comunali e provinciali che, ai sensi dell’art. 6 del d.lgs. 18 agosto 2000 n. 267, “stabiliscono norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna ai sensi della legge 10 aprile 1991, n. 125, e per promuovere la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali del comune e della provincia, nonché degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti”. La mancata previsione statutaria , comunque, non consente la disapplicazione della norma: tante sentenze giudiziarie in merito vanno in questo senso. Nel caso in questione,  su 16 domande arrivate due, comunque, erano di tecnici femminili: gli architetti Ida Ciriello e Martina Zinno, le quali, scorrendo il curriculum presentato al Comune, vantano esperienze di rilievo nell’Urbanistica e nel settore  Beni Ambientali. Le stesse rispetto ad alcuni tecnici nominati per  un’imbarazzante “santificazione politica” sembrano aver i requisiti migliori.

Fuori anche il plurititolato Ciro Maglione, attualmente anche Amministratore Unico dell’ANM. La mancata nomina dell’avvocato Ciro Maglione, ex sindaco di Cercola e  già direttore generale del Parco Nazionale del Vesuvio, pone l’accento sulla mancata valutazione dei curriculum che costituiva la base sulla quale regalare al territorio una commissione tecnica in grado di gestire anche le fasi critiche sul fronte della  tutela del Paesaggio. Maglione è stato anche direttore generale del Parco Nazionale del Vesuvio e autore di diverse pubblicazione sui temi ambientali. Al di là della questione puramente tecnica, è emerso un fattore pericoloso per gli equilibri istituzionali del consiglio comunale che , attualmente, non rispetta la volontà popolare che ha assegnato al Partito Democratico due consiglieri comunali, invece, attualmente è seduto silenziosamente nei banchi dell’opposizione il solo Salvatore Grillo dopo che Giovanni Paudice si è auto proclamato decaduto in attesa, ovvero una biblica attesa, che Vincenzo Barone, attuale Presidente del Consiglio Comunale, attivi la procedura di decadenza sancita dallo statuto comunale: mancata attivazione contestata al Tar Campania ed in attesa di giudizio. Quindi, detto ciò, nell’ipotesi che il PD avesse avuto l’altro suo rappresentate regolarmente seduto in aula, il proprio voto avrebbe potuto far scattare tra i nominati Ciro Maglione, che andava a pari merito con altri nominati, ma il suo curriculum era molto più pesante. Il capogruppo del Pd Salvatore Grillo nel corso della seduta non ha battuto ciglio, incassando la sconfitta della sua indicazione senza contestare l’incedere di un consiglio comunale incompleto del rappresentate del PD e, soprattutto, offendendo la volontà popolare uscita dalle urna  nel 2013 che decise il partito di Renzi dovesse essere rappresentato con due seggi, incompletezza che sta condizionando la vita istituzionale del consiglio comunale e dei suoi organi.

Il direttore Gaetano Busiello

 

 

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