Cercola (Na) – “Scuole cittadine e comune negazionisti, non è bastato l’appello durissimo del Capo dello Stato Sergio Mattarella rivolto a tutti i rappresentanti istituzionali che negano ancora in Italia le terribili sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi dal 1943 al 1947. Nessuna iniziativa istituzionale è stata prevista per oggi 10 febbraio, Giorno del Ricordo, al fine di commemore le vittime delle Foibe. Il circolo territoriale cercolese di Fratelli d’Italia condanna fermamente questo atteggiamento ‘ignorante’ e ‘politicamente scorretto’ messo in piedi dal sindaco Vincenzo Fiengo e dell’assessore al ‘nulla culturale cercolese’ ed alla’pubblica d’istruzione’ Antonella Ferraro di Sinistra Italiana. Quello che fa riflettere è il fatto che proprio il 27 gennaio scorso, in occasione del Giorno della Memoria per le vittime del nazifascismo, il duo ‘polpottiano’ comunale si prodigò per settimane , anche organizzando una fiaccolata (alla quale parteciparono una trentina di persone, parenti e qualche consigliere comunale compresi), prevedendo, inoltre, anche nelle scuole cittadine incontri e dibattiti. Sono fuori dal tempo, attediamo fiduciosi il loro sfratto dal Palazzo di Città in Piazza Libertà. Negazionisti e politicamente scorretti: insomma, stanno lavorando alla distruzione della credibilità delle istituzioni cittadine.” Ecco quanto sostiene Gaetano Busiello, commissario cittadino di Fratelli d’Italia, a margine del silenzio tombale caduto su Cercola, oggi 10 febbario 2020, relativamente al ricordo ed alle commemorazione delle vittime delle Foibe.
Il Giorno del ricordo è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92[1], vuole «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale». Al Giorno del ricordo è associato il rilascio di una medaglia commemorativa destinata ai parenti delle persone soppresse e infoibate in Istria, a Fiume, in Dalmazia o nelle province dell’attuale confine orientale dall’8 settembre 1943, data dell’annuncio dell’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile, al 10 febbraio 1947, giorno della firma dei trattati di pace di Parigi. Sono esclusi dal riconoscimento coloro che sono stati uccisi mentre facevano volontariamente parte di formazioni non a servizio dell’Italia. La data prescelta è il giorno in cui, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell’Italia.
Le parole di Sergio Mattarella, Capo dello Stato. “Una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata: le terribili sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi”. La dittatura comunista ha spiegato Mattarella “scatenò, in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole”. E ancora il Capo dello Stato ha ricordato: “Si trattò di una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialità o per calcolo – il dovuto rilievo. Questa penosa circostanza pesò ancor più sulle spalle dei profughi che conobbero nella loro Madrepatria, accanto a grandi solidarietà, anche comportamenti non isolati di incomprensione, indifferenza e persino di odiosa ostilità”. Secondo Mattarella “esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi. Questi ci insegnano che l’odio la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza”.
a cura di Valentina Raia