Dopo le due bombe atomiche che distrussero Hiroshima il 6 agosto 1945 e Nagasaki il 9 agosto dello stesso anno, lo scienziato del Manhattan Project Harold Jacobsen affermò che i luoghi colpiti sarebbero rimasti senza vita per anni. Ma la natura è sorprendente: già in primavera cominciarono a crescere sugli alberi i germogli che si trovavano a circa 2 chilometri dall’epicentro dell’esplosione.
Ora questi alberi sono ufficialmente registrati come “alberi colpiti dalla bomba atomica”: sono chiamati “hibaku jumoku” e tutti identificati da un’apposita targa. A Hiroshima ce ne sono circa 170 dei 32 diverse specie. L’albero più vicino alla zona dell’esplosione è il salice piangente, che rinacque dalle sue radici dopo essere stato quasi completamente distrutto. Oggi i semi di hibaku jumoku vengono divisi dai semi di Hiroshima e piantati in Giappone e in altre parti del mondo, in un atto simbolico che rievoca la distruzione e la forza della vita.
a cura di Luisa Ramaglia