Sant’Anastasia (Na). - Le tre famiglie erano di buon mattino lì ad aspettare, fuori la loro casa in via Canesca n. 117. Paura, preoccupazione, ansia e speranza sui volti e nelle parole:”Sono arrivati? Lo faranno davvero? Speriamo che non accada, perché da queste mura uscirà il nostro sangue!” Prisco Salvatore, Giuseppe ed Alberto, con i loro cari, sanno che la macchina per procedere all’abbattimento della loro palazzina di tre piani è pronta a procedere, mentre il loro avvocato è già in Procura per tentare di ottenere una sospensione al provvedimento conseguente la sentenza penale. Per loro è in vista lo sgombero, lo svuotamento degli appartamenti da mobili e quant’altro e l’abbattimento del manufatto. Tre famiglie dalla casa alla strada. E l’ora arriva: alle nove e trenta. Macchine della Polizia Municipale, tre in tutto, con il Comandante Fabrizio Palladino e il suo personale, con l’assistente sociale Susanna Maine, con personale dell’ufficio Urbanistica, Carabinieri in numero considerevole e Vigili del Fuoco. Uno schieramento dovuto e costoso per la comunità. Niente scene di panico, anzi una grande dignità e disposizione al dialogo da parte dei Prisco, che hanno fiducia nel Sindaco e sanno che ha scritto al Procuratore. Cosa ha scritto non è loro noto, ma sapere che il primo cittadino difende “gli abusi di necessità, per garantire alla propria famiglia un tetto” apre la porta alla speranza. Subito una buona notizia per loro: tutto si ferma dinanzi al fatto che l’avvocato Abete Gioacchino è in Procura per cercare di ottenere una sospensione. Passa tutta la mattinata e nel primo pomeriggio la novità che era nell’aria: abbattimento sospeso, in attesa di conoscere la decisione della Procura.
Intanto è da sottolineare il contenuto della lettera del sindaco al Procuratore della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli, dott. Martusciello.
Carmine Esposito, come è noto, ha speso la campagna elettorale e questo primo anno e più della sua amministrazione contro una “zona rossa” che blocca lo sviluppo del territorio, andando controcorrente a difesa dell’edilizia “di necessità” – fermo restando la condanna e la lotta alla speculazione edilizia. In un paese praticamente stretto da vincoli di vario tipo, “non è possibile penalizzare quei cittadini che hanno compiuto piccoli abusi di necessità, ma, anzi si dovrebbe consentire l’abbattimento e la ricostruzione delle case antiche e fatiscenti, anche con un minimo di ampliamento” per renderle antisismiche ed in grado di affrontare le piogge di ceneri e lapilli in caso di eruzione del Vesuvio, posto che, come avvenute nelle eruzioni passate, il Monte Somma fa da scudo ai paesi vesuviani pedemontani, tra cui si trova Sant’Anastasia”.
Ed eccola la lettera del Sindaco, una lettera coraggiosa e ricca di spunti politico-amministrativi che dovrebbero quantomeno far riflettere.
Comunicato Stampa