Cercola (Na). – Dal 5 gennaio una quarantina tra anziani non autosufficienti e disabili gravi non hanno più l’assistenza domicliare. Questo blocco delle attività è dovuto alla mancata proroga delle attività alle due cooperative sociali che sul territorio espletavano questo servizio. La mancata proroga è dovuta princiapalmente dall’assenza di risorse a disposizione del comune di Cercola. Ma dal palazzo comunale tentano di rassicurare gli utenti sostenendo che prossimamente si metterà fine a questo disagio.
Ma la responsabilità più grave ricade sull’assessorato alle politiche sociali, retto da Tania Polito, quest’ultima non ha programmato la gara d’appalto del servizio dell’assistenza domiciliare, tant’è vero che negli ultimi anni si è sempre fatto a ricorso all’indiscriminato meccanismo della proroga. Meccanismo che non porta dei buoni frutti, visto che la programmazione su quest’attività è andata a farsi benedire. Ma il fatto più sconcertante, e soprattutto in questo periodo dell’anno dove è il freddo è pungente, gli anziani e i disabili , si trovano abbandonati dal prezioso contributo di questi operatori. A margine di questa vicenda si rinnova anche l’inopportunità, e forse la illegittimità, di far svolgere attività al palazzo comunale dei ragazzi vincitori delle selezioni del Servizio Civile. Proprio, come in questo momento, gli anziani e i disabili necessitano di queste forze per far fronte ai disagi prodotti dall’arresto delle attività comunali di sostegno agli indigenti.
Infatti, questi giovani sono assegnati a progetti sociali, finanziati dall’ente Provincia di Napoli. Noi ci chiediamo: ma come mai sono subalterni ai vari funzionari comunali e sono addetti alle fotocopie, alle telefono e all’accesso ai dati sensibili del comune di Cercola? Chi controlla la legittimazione della presenza al comune di questi giovani? E perché non accudiscono gli indigenti di Cercola? Come mai il segretario comunale Giorgio Ricci li fa attivare per funzioni prettamente ed esclusivamente riservate ai dipendenti comunali?
a cura di Miriam De Vita