Castellammare di Stabia (Na). - La vicenda accaduta sabato scorso al Bentegoti di Verona nulla ha a che vedere con il calcio. Prima c’era il Napoli di Maradona e si invocava la lava del Vesuvio, oggi c’è la Juve Stabia di Sau ma il clima e l’odio verso il sud è sempre lo stesso. Una volta quando il grande Napoli del Pibe de oro bastonava il calcio del nord il tema era la puzza, il colera, si invocavano catastrofi. Oggi che una matricola del calcio del sud prova con tutte le difficoltà a sfidare le grandi, con risultati sorprendenti, se la prendono con i morti! Che pochezza, poveri uomini!!! Cori oltraggiosi rivolti dai tifosi del Verona al Bentegodi contro Nino Martinelli, giovane supporter della Juve Stabia scomparso la scorsa estate a causa di un incidente stradale. “Hanno intonato cori come “Torna alla tua terra terron”, “Bye bye terron” . Qui il calcio c’entra poco è la cultura dell’odio, della paura per il diverso, a dominare. Non è una questione calcistica è qualche cosa di più. È quello che spinge il deputato leghista, Matteo Salvini, un deputato della Repubblica Italiana, in una festa di partito a gridare ed inveire contro il sud. Bicchiere di birra in mano, militanti intorno a lui che lo accolgono con il coro “Matteo capogruppo”, e poi parte il ritornello, sin troppo famoso negli stadi, contro i napoletani “colerosi e terremotati”. Non è così che si ricostruisce un paese. Non è così che si unisce il paese. Sono passati trenta anni e la storia è sempre la stessa. Direte ma un coro da stadio. Non solo. Questi corri rappresentano una sottocultura che viene continuamente alimentata, talvolta con delle differenza, spostando il tiro verso gli immigrati. Si prova da troppo tempo a giocare sulle paure di un popolo! E queste paure poi in un periodo di crisi vengono volutamente accentuate. Questo è accaduto anche con l’olocausto! Bisogna stare attenti, non ci si può armare con il randello con chi sta peggio di noi! Questa è una cultura che non aiuta. Il Sud non rinasce, perché colonia interna di una economia che della divisione Nord-Sud si nutre, da essa è nata, su di essa si regge. Una politica che va avanti da un secolo e mezzo, con la condanna del Sud a una dote infrastrutturale tanto inferiore a quella del resto del Paese; con le Ferrovie che investono e costruiscono solo al Nord (ma anche con i soldi del Sud), dove si spendono cifre da scandalo mondiale per l’alta velocità, mentre nel Mezzogiorno un capoluogo di Provincia, Matera, attende ancora la stazione ferroviaria, si tagliano linee (ci sono mille chilometri di ferrovia in meno, rispetto a prima della seconda guerra mondiale) e ci vogliono 16 ore e mezzo per fare 400 chilometri.
Che dire, solidarietà alla famiglia Martinelli, per dirla alla Totò “Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive…”. Non ci resta che rispondere con l’ironia che solo questo popolo ha:
Son passati trent’anni: Giulietta si sempre ‘na zoccola!
a cura di Tonino Scala