Sant’Anastasia. La rivolta dei comuni sul blocco dei condoni. Invito a Caldoro per il PSO

CUSTpsoManifestazione (1)

Sant’Anastasia (Na). - Una lettera da inviare al presidente Stefano Caldoro, firmata dai sindaci dei Comuni vesuviani della «Zona Rossa», per chiedere «l’istituzione di un tavolo tecnico-politico di confronto con la Regione Campania, la Provincia di Napoli e la Protezione Civile» con l’obiettivo di  accelerare l’approvazione del Pso (Piano Strategico Operativo) previsto dalla Legge 21/2003 contro il rischio vulcanico, senza il quale non sarà possibile esaminare le pratiche di condono edilizio. E’ quanto deciso questa mattina, in piazza Siano, durante un’affollata manifestazione di protesta promossa dal sindaco di Sant’Anastasia, Carmine Esposito, che ha chiamato a raccolta i rappresentanti dei territori in un «lavoro sinergico» che faccia uscire dalla confusione e contraddittorietà legislativa la zona vesuviana. (Hanno accolto l’appello 14 sindaci sui diciotto comuni dell’area a rischio). Infatti -  si legge nella missiva -  tra gli altri limiti imposti dalla legge 21, (nella zona rossa è vietato «l’incremento dell’edificazione a scopo residenziale») vi è «il blocco dell’esame delle istanze di condono edilizio (inoltrate ai sensi della Legge 47/85 e Legge 724/94) da parte della Soprintendenza di Napoli» nelle more che la Regione approvi il Pso. «Tale nuovo blocco dei procedimenti -prosegue la lettera- tende a peggiorare una situazione di “sospensione” che impedisce ogni forma di programmazione finalizzata alla tutela e all’aumento dei gradi di sicurezza». «Aspetterò ancora -ha promesso il sindaco Esposito- Se gli organi sovracomunali non interverranno, mi sostituirò ai funzionari firmando i condoni dei cittadini». L’attuale stato di «sospensione» e «vincolo indifferenziato, si argomenta a Caldoro,  «è estremamente dannoso per il territorio e diminuisce, invece di aumentare, i gradi di sicurezza per le popolazioni residenti. Occorre invece indirizzarsi verso una “tutela attiva” adeguatamente progettata, finanziata e guidata dall’Ente pubblico che non può astrattamente “congelare” una situazione, ma deve invece concretamente programmare, realizzare e promuovere interventi, sia di natura pubblica, sia di natura privata, purchè compatibili con i più generali interessi pubblici di messa in sicurezza. «La legge 21 è la madre di tutti i guasti, è sbagliata. Non può essere considerata un tabù -ha incalzato Esposito nel discorso tenuto in piazza- E’ da criminali non farla neppure applicare. Per questo siamo additati come speculatori, invece vogliamo costruire non contro le norme ma dentro le leggi». «L’attesa è un crimine» per le popolazioni che non possono programmare il loro futuro. Infine Esposito ha proposto di inviare il documento, oltre a Caldoro,  anche ai capogruppo regionali dei partiti. «Devono dirci cosa pensano della Legge 21 e dei condoni edilizi, devono dirlo ai cittadini: non possono più chiudersi nelle stanze dalle sedie di colore  porpora».

Perché bloccano i condoni? Secondo il parere dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato del 21/7/2011, nella zona rossa vesuviana non vi è condonabilità degli abusi edilizi, a prescindere dall’epoca della commissione. Difatti, secondo giurisprudenza consolidata – cita il parere – ove non ancora approvato il Piano Strategico Operativo «si ritiene sussistente il vincolo di inedificabilità ed il divieto di sanatoria».

Gli abbattimenti. «Dico subito –ha detto Esposito- che sono contro gli abbattimenti delle case dei poveri cristi, come sindaco ho dei problemi a farlo. Qui non stiamo parlando di ecomostri, ma uno Stato e una legge dal volto umano non possono consentire che vadano a terra le costruzioni di necessità». «Sono due anni che conduco questa battaglia, anche l’assessore Tagliatatela parla ora dei Piani paesaggistici e in Parlamento si discute della possibilità di emendare il condono del 2003.

I magistrati, prima di emettere una sentenza di abbattimento, dovrebbero selezionare insieme ai tecnici quali sono i casi di necessità e quali no».

Le dichiarazioni del consigliere regionale Paola Raia, presente questa mattina alla protesta dei sindaci: «Sostengo da sempre la battaglia del sindaco di Sant’Anastasia. Sono stata già firmataria di un emendamento in consiglio regionale sulla zona rossa. Altri emendamenti sono in cantiere per dare un’interpretazione autentica alla Legge 21, soprattutto per chiarire la questione dei condoni».

Più di cinquecento firme sono state raccolte tra i cittadini venuti in piazza, gli elenchi saranno allegati al documento dei sindaci.

Hanno aderito i primi cittadini  o loro rappresentanti dei Comuni di Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Ottaviano, Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase, Pompei, Ercolano, Torre del Greco, Portici, Pollena, Massa di Somma, Cercola, San Giorgio a Cremano.

a cura dell’Ufficio Stampa – Comune di Sant’Anastasia

 

Lascia un commento

Powered by ODDERS Communication Agency