Rivellini: Per Napoli ho “litigato” con il Ministro Moavero. In Europa sempre più “padani” e meno italiani

RIVELLINI

L’europarlamentare Enzo Rivellini (Ppe-Mezzogiorno di Fuoco) ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Ieri il Ministro per i rapporti con l’Unione europea Moavero ha incontrato i parlamentari italiani a Bruxelles per un punto sulle questioni da affrontare. Tra le tante iniziative quella che “sta più a cuore” al Ministro ed a tutta la delegazione italiana é la battaglia per riaprire i termini e presentare la città di Milano (o Torino) come sede giurisdizionale europea dei Brevetti. Il Ministro ha chiesto l’impegno di tutti in nome della Patria e dell’Italia. Al Ministro ho detto che ero pronto a questo difficile compito ma ricordavo che all’ufficio di Presidenza del Parlamento é ferma la proposta di istituire un ufficio periferico del Parlamento europeo che possa aiutare le nuove democrazie che si affacciano sul Mediterraneo. Per ospitare tale sede si era proposta la città di Napoli anche perché la Regione Campania e l’Università Federico II si erano rese disponibili a coprire le spese.

E’ sembrato che su tale proposta non ci sia una totale convergenza politica che giustifichi l’impegno di tutta la delegazione italiana e pertanto ho vivacemente protestato perché é ormai chiaro che il Governo, anche in ambito europeo, difende, in particolare, solo il Nord del Paese.

L’accesa discussione é continuata con i leghisti che promettevano di “darmi la secessione”,  ed io che richiedevo un impegno chiaro sia per Napoli che Milano, altrimenti, mi sarei apertamente schierato contro l’assegnazione alla città meneghina della sede Brevetti. Sia chiaro non sono CONTRO MILANO MA PER  L’ITALIA TUTTA, CHE FORTUNATAMENTE NON E’ SOLO LA PADANIA, e se ciò non é l’impegno dell’intera delegazione italiana non escludo una clamorosa protesta abbandonando la delegazione italiana per confluire in un eventuale gruppo misto, organizzando LA DELEGAZIONE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE AL PARLAMENTO EUROPEO (ove mai fosse possibile). Tra l’altro nel mio ufficio di Bruxelles già sventola, da tempo, la bandiera borbonica accanto, naturalmente, a quella italiana».


 

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